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Etty Hillesum, maestra di vita

Etty (Esther) Hillesum, nata a Middelburg il 15 gennaio 1914, è la primogenita di Levie (Louis), insegnante liceale di lingue classiche e quindi preside, e di Rebecca (Riva) Bernstein, entrambi ebrei, lui olandese, lei di origini russe. Nel 1916 nasce il fratello Jacob (Jaap) e nel 1920 Michael (Mischa): il primo sceglierà la facoltà di medicina, il secondo si rivelerà un pianista eccezionalmente dotato; nel corso degli anni, suscitando viva preoccupazione nei famigliari, i due fratelli palesano una fragilità psicologica che li conduce a periodici ricoveri in ospedali psichiatrici. Etty Hillesum trascorre l’adolescenza a Deventer, dove frequenta il locale ginnasio, ma dal 1932 si trasferisce a Amsterdam per studiare giurisprudenza, laureandosi in Diritto olandese nell’estate del 1939. Negli anni dell’università studia con passione lingua e letteratura russa, impartisce lezioni private, legge e ammira Rilke e Dostojevskij. Nel febbraio 1941 conosce Julius Spier (nato a Francoforte sul Meno nel 1887, morto a Amsterdam nel 1942), fondatore della psico-chirologia, già allievo di Carl G. Jung a Zurigo: un incontro decisivo e foriero di grandi trasformazioni nella vita di lei. Dal marzo 1941 Etty dà avvio al suo diario e a una affettuosa corrispondenza con Spier, di cui diviene presto segretaria e amante. I diari hanno una funzione terapeutica per Etty, consentendole di mettere alla prova il suo innegabile talento di scrittrice, ambizione mai sopita e da lei prefigurata quale stabile professione da esercitare dopo la guerra. Nel 1942 lavora come dattilografa presso una sezione del Consiglio ebraico; in luglio, nella fase più sconvolgente delle misure anti-ebraiche, su sua richiesta è trasferita al campo di transito di Westerbork, nel ruolo di assistente sociale. In questo periodo l’offerta di nascondigli sicuri avanzata da amici e conoscenti apre a Etty la possibilità di salvarsi dalla repressione nazista che colpisce duramente la comunità ebraica olandese: lei rifiuta sdegnosamente tale prospettiva, sostenendo di voler “condividere il destino del suo popolo”. Dopo una lunga indisposizione che la costringe a curarsi nella sua casa di Amsterdam, nel giugno del 1943 torna a Westerbork con la ferma convinzione di riprendere il lavoro di sostegno alla sempre più numerosa e disagiata comunità ivi internata. Il mese successivo gli impiegati del Consiglio ebraico perdono ogni protezione o privilegio ed Etty si ricongiunge con i famigliari, che nel frattempo sono stati mandati anch’essi nel campo di Westerbork. A seguito di un’improvvida missiva scritta dalla madre di Etty e destinata al comandante delle SS Rauter, nella quale si auspica un trattamento di favore nei riguardi degli Hillesum, il 7 settembre 1943 tutta la famiglia, tranne Jaap, è fatta salire sui vagoni che la condurranno al campo di sterminio di Auschwitz. Mentre i genitori muoiono poco dopo l’arrivo, il decesso di Etty è registrato dalla Croce rossa il 30 novembre 1943, quello del fratello Mischa nel marzo del 1944. Jaap, l'altro fratello, dopo l’internamento nel campo di Bergen-Belsen, perde la vita a Lubben, nell’aprile 1945, durante il viaggio di ritorno in Olanda. L’Olocausto in Olanda Fino alla Seconda Guerra Mondiale, nei Paesi Bassi viveva una ricca e variegata comunità ebraica. Dal Seicento in poi, l’Olanda accolse grandi gruppi di ebrei che nei Paesi d’origini erano stati soggetti a espulsioni e pogrom. Nel 1940, l’Olanda contava circa 140.000 ebrei, poco meno del 2% su un totale di 9 milioni di abitanti. Erano sefarditi discendenti da portoghesi espulsi nel ‘600, askenaziti i cui antenati erano arrivati dall’Europa Centrale, e circa 20.000 profughi recenti dalla Germania nazista. Più della metà degli ebrei olandesi viveva ad Amsterdam, dove il quartiere ebraico ospitava un vasto proletariato industriale. Gli altri ebrei vivevano dispersi nel Paese, dove spesso svolgevano mestieri intellettuali o commerciali. Rispetto ad altri paesi europei, gli ebrei olandesi erano ben integrati. Agli inizi degli anni ’30 quattro dei sei assessori di Amsterdam erano ebrei, come cinque dei cento parlamentari olandesi. Anche in Olanda esistevano comunque forme di antisemitismo e pregiudizi secolari. Ma non era un antisemitismo razzista, come quello ‘importato’ dal movimento nazionalsocialista olandese. Il partito nazista locale, il Nationaal Socialistische Beweging (NSB), non ottenne mai un grande seguito.

Curatori della mostra: Arch. Maria Cristina De Nigris e Dott. Pier Giorgio Carizzoni. Interviene all'inaugurazione Aart Heering, Addetto Stampa dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma. Segue la proiezione del documentario “Etty Hillesum” in collaborazione con l’Associazione Culturale Dioniso, con il sostegno dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi.

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Ticket: consulta il sito dell'evento
when
from Mar 28, 14 to Apr 29, 14
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Time: (pick a date)
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Palazzo Albrizzi
Cannaregio 4118 - 30122 Venezia
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