Emidio Greco non è uomo e artista che si mette facilmente in mostra, si può dire che sia un 'regista di nicchia'. Egli in realtà è un regista e un intellettuale di grande spessore artistico e linguistico. Infatti ha queste due preziose qualità: sa realizzare dei film, alcuni dei quali capolavori e sa dare al contenuto dei suoi discorsi sul cinema una chiarezza esemplare, arte essa stessa.

Regista e professore: lo è sul serio, severo analista del linguaggio cinematografico nei corsi di cinema da lui diretti (uno anche a Mestre negli anni Novanta, a Venezia presso lo IUAV, Istituto Universitario di Architettura, e al Cenro Sperimentale di Cinematografia di Roma); realizzatore di film di alto valore contenutistico e tuttavia tenuti su eleganti livelli stilistici di vera comunicazione cinematografica nel raccontare storie che vanno dal sociale al romanzo, dal fantascientifico al realismo psicologico. Si è affacciato al mondo del cinema nel ruolo di regista cinematografico nel 1974 con L'Invenzione di Morel, tratto dall'omonimo racconto dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares. Seguono poi altri sette film, fra cui Ehrengard (da Karen Blixen), Una storia semplice (da Sciascia), Il Consiglio d'Egitto (ancora da Sciascia) e, nel 2011, Notizie degli scavi, ispirato ad un testo di Franco Lucentini.

La stima (e l'invidia) che gli viene dal mondo del cinema è testimoniata dai nomi degli attori interpreti dei suoi film: Gian Maria Volonté, Carlo Dapporto, Silvio Orlando, Giancarlo Giannini, Giulio Brogi, Anna Karina, RobertoHerlitzka, Giuseppe Battiston.

È stato presente al Festival di Cannes e al Festival di Venezia. Ha vinto un Nastro d'Argento, è stato premiato in festival francesi e in Canada al Montreal World Film Festival. 'Algido', qualche invidioso lo definisce, ma anche e lucidamente 'affettuoso' e scorrevole in ogni suo film, padrone assoluto del linguaggio per immagini, che domina senza arroganza, privo di complesse durezze espressive. Un artista che sa farsi prendere in seria, ammirata considerazione.