Di e con Tiziano Scarpa con la collaborazione di Echidna Associazione Culturale
ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più
lontana, la madre che l'ha abbandonata. «Ma sono lettere, queste? A me sembrano un abbraccio che si sporge
alla finestra su un cortile vuoto, sono calci e pugni dati alla cieca, per aria, in solitudine».
La musica per lei è un’abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. dall’alto del poggiolo sospeso in cui si
trova relegata a suonare, pensa «Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che la
musica cada. noi la versiamo sulle teste di chi viene ad ascoltarci». Così passa la vita all'ospedale della Pietà
di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell'arte eppure vivono rinchiuse, strette
entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima
impercettibilmente, poi con forza sempre piú incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante
di violino. è un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Si chiama Antonio Vivaldi.
Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto
inaspettato di autonomia e insubordinazione.
Tiziano Scarpa convoca per noi sul palco la musica maieutica di Antonio Vivaldi per raccontarci questa storia
di nero e trasformazione.