La mostra Il furore delle Immagini, ospitata presso la Fondazione Bevilacqua La Masa nella sede della galleria di piazza San Marco, intende dare visibilità a un progetto culturale della Fondazione di Venezia che è stato avviato con l’acquisizione del fondo librario e dell’archivio fotografico di Italo Zannier. L'esposizione è un’opportunità preziosa e rara per accedere al materiale raccolto nel corso di una intera vita da uno dei maggiori studiosi della fotografia in Italia.
La rassegna offre fotografie per la maggior parte sconosciute al pubblico ed è un omaggio a questo straordinario lavoro.
La retrospettiva, curata da Denis Curti, racconta la storia della fotografia italiana dagli esordi fino alle tendenze contemporanee. 260 immagini corredate da una serie di libri e album fotografici permetteranno una approfondita lettura storica delle opere dell’archivio Zannier.
Attraverso l’appassionato “racconto” della collezione, la mostra delinea le tappe fondamentali dell’evoluzione tecnica ed estetica della “maravigliosa invenzione”.
Aprono l’esposizione gli autori italiani di fine Ottocento, autori come Carlo Naya con l’incredibile stampa, fuori formato per l’epoca, “Venezia al chiaro di luna” del 1870 e un rarissimo dagherrotipo del 1855. Sono presentate inoltre preziose albumine e carte salate di fine secolo. Il percorso espositivo prosegue con l’approfondimento di temi legati alla fotografia italiana degli anni trenta e quaranta e al “neorealismo” (con le fotografie dei gruppi La Gondola - La bussola – il Misa – il Gruppo Friulano), fino ad arrivare alle tendenze artistiche contemporanee, dove le immagini di Paolo Gioli, Franco Vaccari e Nino Migliori, testimoniano il momento in cui la fotografia riflette su se stessa e sul suo linguaggio. E ancora, si potranno ammirare le immagini di Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Mario Cresci, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Mario Giacomelli, Franco Fontana e molti altri protagonisti della fotografia italiana.
Denis Curti, in collaborazione con Angela Vettese, ha voluto costruire una mostra in cui le immagini dialogano con testi e documenti. Tra i documenti più interessanti si potranno scoprire lettere e documenti, anche confidenziali, di vari maestri della fotografia, da Paolo Monti a Mario Giacomelli, a Tazio Secchiaroli, che assieme a Fellini, ha fatto una dedica al fondamentale libro sui Paparazzi di Italo Zannier, ringraziandolo per averlo chiamato, in un articolo, il fotografo della Dolce Vita ( e prima del film di Fellini); un libro di Nadar, con dedica autografa, infortunatosi dopo un incidente in mongolfiera; i lavori di Marco Antonio Cellio, che, forse, prima di tutti inventò una tecnica che assomigliava alla fotografia, e altre testimonianze.
Tutti questi documenti sono idealmente racchiusi in una scatola di meraviglie dove perdersi, seguendo le tracce che Zannier ha raccolto negli anni, alla ricerca della storia della fotografia italiana.