È sempre interessante paragonare un gruppo musicale ad un contenitore. Contenitore di idee, di idee musicali, idee stilistiche, idee poetiche e non ultime idee politiche. E più elementi troviamo nel contenitore, più la musica si fa profonda ed autentica.
È partendo da questo concetto di contenitore che vogliamo scoprire l'universo musicale dei veneziani Ska-J, i quali spesso sono spesso vittime di un equivoco di fondo: siccome suonano ska e cantano (anche) in dialetto veneziano si da per scontato che la loro musica sia soltanto buona per ballare e che dietro non ci sia molto di più di un divertente e spensierato folklore locale. Ma gli Ska-J non sono solo questo e 'Brube', il loro settimo album (quarto in studio), uscito lo scorso ottobre dovrebbe essere l'occasione giusta per rendersene conto. La musica di 'Brube', che ha come comune denominatore il ritmo in levare del rock-steady giamaicano e i coloratissimi arrangiamenti dei fiati, si fa camaleonte e strizza l'occhio al reggae, al funk, al jazz, al rock’n’roll, alle canzoni di Broadway, alle big band americane e non ultima alla musica italiana d'autore. Un contenitore ricco ed eterogeneo con un grandissimo pregio: riuscire a far diventare godibile e ballabile quella che altrove sarebbe definita 'musica colta', come il jazz.