Storie operaie del Novecento.
Con: Gigio Brunello. Regia: Gyula Molnár
Sopra un lungo tavolo, simile a quelli delle feste popolari, è immaginato un quartiere operaio di Mestre . Ci sono le case, la chiesa, il filare di pioppi e gli abitanti che appaiono come statuine di un presepio laico. La tovaglia di carta è il piazzale asfaltato e allo stesso tempo lo schermo del cinema all’aperto, ma anche un gran foglio di quaderno disseminato di calcoli, scarabocchi e schizzi preparatori. E questo perché l’anima di tutte le storie dello spettacolo è la meccanica, la curiosità che riempie il tempo inseguendo carrucole, leve, ruote azionate dal vento o dall’acqua cui affidare un pensiero, un verso, una frase che non si fermi. lo spettacolo è la storia di un posto vero, di nomi e cognomi, e “di conoscenze tecniche, della manualità, della capacità inventiva e artigianale degli operai di Porto Marghera del secolo scorso”, come scrive Antonino Marra.