Nel 1935 Le Corbusier teorizzò La Cité radieuse, un approccio utopico, visionario ed ironico, per immaginare il riassetto e il riutilizzo degli spazi urbani. Vogliamo farci accompagnare da questa forza utopica in una passeggiata nei luoghi del nostro quotidiano. Fatti di odori, sensazioni, luci.
Ogni grande poeta, artista, letterato si è confrontato con la propria città. Nel nostro piccolo vorremmo seguire le loro orme, prendere il loro esempio, e chiederci dove le nostre città potranno andare.
Dove ti trovi, cosa vedi, cosa senti, fino a dove porterai il ricordo di questo istante? Ognuno di noi è la persona che è, anche per la relazione che vive con i propri luoghi. Luoghi pubblici che diventano privati nella costruzione della biografia di ciascuno.
Non racconteremo Venezia, né Mestre, né altre città vicine o lontane, racconteremo l'immagine riflessa che ognuno di noi ha dei luoghi in cui è cresciuto.
Il suono dei treni che frenano nella notte, i passi silenziosi sui masegni, il rombo dei motori di una grande nave, i clacson, l'odore di cipolla, del pesce del mercato quando ormai i banchetti sono chiusi, lo sguardo ai comignoli e alle altane, alle vetrine e alle fermate degli autobus. La voce di tua madre che ti richiama da lontano.
Vogliamo indagare come la memoria soggettiva si colleghi ai luoghi e come i luoghi siano arricchiti dalle memorie soggettive di ciascuno.
Viviamo in un momento in cui la città va ripensata. Non siamo più nell'età delle megalopoli in crescita, oggi di decrescita si parla. Abbiamo un gran bisogno di ripercorrere il nostro personale passato per comprendere come vorremmo vivere i luoghi domani, e quale miglior occasione di un percorso di gruppo attraverso il teatro, per comprenderlo e condividerlo?