Presentazione della rassegna 'Bambini e guerra' a cura di Maria Teresa Sega, saluti di Lia Finzi(ANPI) e Marco Borghi (IVESER), interventi di Michele Gottardi e Susanna Kuby; a
seguire e alle ore 20.30 proiezione del film 'Germania anno
zero' (1947) di Roberto Rossellini
Germania anno zero
Regia di Roberto Rossellini. Interpreti Erich
Gühne, Franz Grüger, Ingetraud Hinze,
Ernest Pittschau, Edmund Moeschke
OR. Italia, 1947 Durata 75’, v.m. 16
Vincitore del primo premio al festival di
Locarno (1948)
Quel bimbo che vaga, per compagna la sua
disperazione, tra le macerie di una Berlino
distrutta, è una delle immagini di cinema di
cui è più difficile liberarsi. Germania anno
zero è un capolavoro di poesia e di dolore, un
viaggio nell’orrore della guerra e negli abissi
di dissoluzione umana che la fine della pace,
come naturale condizione umana, può produrre
in una comunità. I valori, gli affetti, la
solidarietà, l’amore vengono travolti dall’istinto
di sopravvivenza, dall’inevitabile trionfo della
voglia di sopravvivere. Edmund ha tredici anni
e la vita gli ha mostrato già tutto il suo catalogo
di orrori possibili. Il padre vorrebbe denunciare
suo fratello, ex nazista, per avere un’altra
tessera del pane. Sua sorella si prostituisce per
qualche sigaretta. La vita quotidiana di Edmund
è un’odissea di dolore, un abisso senza fine
di annientamento individuale. Il film è la conclusione
della trilogia di Rossellini sulla guerra
(Roma città aperta e Paisà), ma è anche una
confessione di disperazione individuale. Rossellini
aveva conosciuto la tragedia della morte
del figlio e il film è segnato dal senso cupo
della fine di una esistenza giovanile. Edmund si
dà la morte. Quelle macerie, dentro di lui, non
potranno conoscere alcuna ricostruzione.