teatro
Le Baruffe chiozzotte

Lucietta: “Creature, cossa diséu de sto tempo?” Questa la prima battuta della commedia, e da subito il tempo atmosferico e psicologico si intrecciano.

Le “Baruffe” sono l’ultimo testo di Goldoni, fatta eccezione del suo testo d’addio, “Le ultime sere di Carnevale” che scrive prima della sua faticosa partenza per Parigi. E infatti, in questo affresco di grande leggerezza e irresistibile divertimento, si intravede il colore della malinconia, la sensazione del tempo irresistibile che fugge. Le donne delle “Baruffe” sono in attesa, hanno una decisa urgenza, quella di non far passare un altro inverno senza essersi maritate. Poi gli uomini ripartiranno per mare, e torneranno, forse, presto o tardi a Chioggia. E per raggiungere questo scopo, l’anello e il matrimonio, le regole di Chioggia vanno rispettate, e le differenze di censo tra pescatori sono semplici ma chiare. Il mondo femminile, fatto di famiglie e relazioni, di lavoro al merletto e di sogni d’amore, di attesa e di vitalità, è il luogo della strada. Accanto, il canale, il mondo degli uomini del mare che tornano per ripartire.

Da qui la scelta di aprire lo spazio, di lasciare liberi corpi e musica: quella musica già raccontata dalle note e dalla cronaca di Renato Simoni e che appartiene alla concertazione di questa lingua, unica e in parte inventata, e questi corpi di uomini e donne che si muovono nello spazio come una squadra, con schemi e disegni precisi per attaccare e difendere, per baruffare e alla fine di nuovo sorridere. Ognuno di questi personaggi – terreni, acquei, innocenti e rudi – è importante, da costruire sul palcoscenico, avventurandosi oltre i suggerimenti del testo. Uno spettacolo corale, dove l’idea di scenografia condivisa con Antonio Panzuto, abolisce le sottili pareti delle case per andare oltre ed entrare ancora di più nelle anime dei personaggi.

Lo spazio esterno è il luogo di ritrovo dei popolani, del commercio, il luogo delle promesse d’amore, delle gelosie e delle baruffe, il luogo neutro in cui il popolo può incontrare liberamente i rappresentanti della giustizia e l’unico in cui il lieto fine sia possibile. E sullo sfondo dei festeggiamenti per i tre matrimoni appena celebrati, il tempo scorre, il Cogitore è in partenza, come Goldoni è in partenza per Parigi, ricordando le donne di Chioggia e le loro “Baruffe” d’amore.

TEATRO STABILE DEL VENETO – TEATRO NAZIONALE di: Carlo Goldoni personaggi e interpreti: Paron TONI, Giancarlo Previati Madonna PASQUA, Michela Martini LUCIETTA, Marta Richeldi TITTA NANE, Francesco Wolf BEPPO, Riccardo Gamba Paron FORTUNATO, Valerio Mazzucato Madonna LIBERA, Stefania Felicioli ORSETTA, Francesca Botti CHECCA, Margherita Mannino Paron VICENZO, Leonardo De Colle TOFFOLO, Luca Altavilla COGITORE, Piergiorgio Fasolo COMANDATORE-CANOCCHIA, Vincenzo Tosetto regia: Paolo Valerio consulenza storico – drammaturgica: Piermario Vescovo movimenti di scena: Monica Codena scene: Antonio Panzuto costumi: Stefano Nicolao musiche: Antonio Di Pofi luci: Enrico Berardi assistente alla regia: Paola Degiuli direttore di scena: Andrea Patron macchinista: Matteo Cicogna elettricista: Alessandro Scarpa fonico: Matteo Chiochetta sarta: Lauretta Salvagnin segretaria di compagnia: Federica Furlanis realizzazioni costumi: Nicolao Atelier realizzazione scene: Teatro Sociale di Rovigo foto di scena: Claudio Martinelli, Claudio Martinelli progetto grafico: Begriff

dettagli
Biglietto: consulta il sito del teatro Goldoni
quando
dal 16/11/17 al 19/11/17
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro Goldoni
San Marco 4650/b - 30124 Venezia
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