8 marzo con Virginia Woolf. LA STANZA DI CLARISSA
Prorogata fino all'8 marzo la mostra La stanza di Clarissa che , presso la Manica Lunga dell'isola di San Servolo propone una singolare lettura del testo della scrittrice inglese, figura centrale nell'elaborazione di un pensiero che rivendica la necessita di uno spazio di riflessione.
La mostra crea un dialogo fra il testo della Woolf , il paesaggio dei luoghi della prima guerra, la sede espositiva, luogo di memoria nella storia veneziana.
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA
1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota.
Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto.
I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che
nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi.
Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.