La mostra si svolge nell'atmosfera cupa e al contempo domestica di Palazzetto Tito, il pubblico accede in questa casa tutta veneziana trovandosi subito imprigionato in una stanza resa impraticabile da una rete di filo spinato. Una serie di donne usano questa griglia come telaio e rendono inoffensive con del filo di lana le parti più pericolose dell'installazione. “Repetitio est mater studiorum” è il titolo di questa installazione/performance, alludendo anche al ruolo di docente che l'artista ha da tre anni all' Università Iuav di Venezia. Il lavoro fa parte della serie di opere 'Women at work', in cui Maja Bajevic ha chiesto a donne di luoghi specifici (Sarajevo, Istanbul, Barcellona) di lavorare per lei e di usare la manualità femminile come riparo all'aggressività del nostro tempo e come maniera di mantenere la memoria storica.
Nelle altre stanze, raggiungibili con un attraversamento coraggioso della prima sala, saranno visibili i video di altre tre realizzazioni della medesima serie, “Women at Work - Under Construction”, “Women at Work - The Observers”, “Women at Work - Washing up” e inoltre fotografie dalla serie Merry Christmas and a Happy New Year.
L'ultima stanza vedrà un riferimento alla performance “En attendant”; ambientata sopra un prato vero, argilloso, animato da lombrichi; sul muro una serie di frasi scritte a mano dicono 'A volte penso che non so niente, E sto meglio. E penso che potrei andare via, da qualche parte, corre vie,
perché no?'. L'ultima stanza ci mostra su di un monitor “Here's to Looking at You, Kid”: il viso dell'artista sembra piangere argilla nera come un clown che, struccandosi, perde la sua allegria e ci mostra la sua vera disperazione.
Prigionia, sapere femminile, difficoltà di condividere ma anche di sopportare la solitudine e ogni forma di costrizione: questi i nodi che si intravedono dietro a opere, dalla prima, una performance inedita che diverrà un'installazione, alle altre che abbracciano i trascorsi dieci anni di attività dell'artista. Il risultato è un percorso di grande suggestione emotiva, che ci parla di una condizione individuale che è anche specchio di uno stato d'animo collettivo e di una condizione storica di vertigine.