Per la sua prima mostra veneziana, Roberto Antico, classe 1958, ha scelto un titolo significativo: Finis Terrae.
Una condizione – quella lagunare – in perenne bilico tra acque e terre emerse, che ben si addice ai lavori dell’artista veneto, originario di Piove di Sacco, polesano d’adozione: è sul Delta del Po, infatti, che Antico da alcuni anni ha dato una svolta fondamentale al proprio operare, con il recupero, l’assemblaggio e la posa in arte dei relitti lignei che il fiume restituisce dopo le mareggiate. Tanto è bastato perché il fine intuito di un narratore dell'acqua e della pianura come Gian Antonio Cibotto avvertisse nei legni di questo artista il formicolio dell'arte e della poesia.
Frammenti di scafo, insegne, coloratissimi manufatti vengono ricomposti dall’artista su supporti diversificati, ottenendo risultati di grande impatto formale (prevalentemente su medio e piccolo formato). Antico interviene poco sulla struttura dei reperti, se non per agevolare gli incastri, né muta le tinte originarie. Così i suoi legni sono assieme raffinate composizioni e testimonianza materica di un mondo, di una cultura che il tempo e gli eventi atmosferici tendono a cancellare.