22 i dipinti ad olio esposti, realizzati tra il 1984 ed il 2010, fra i quali spicca “La promessa di Velázquez”, sicuramente fra le opere più imponenti e drammatiche di Yunta: concepito come un dipinto “votivo”, è un omaggio a “Las Meninas” di Diego Velázquez (1599 - 1660), considerato dall’artista il più grande Maestro di tutti i tempi. L’ammirazione profonda per questo artista ha contribuito notevolmente all’interesse che Yunta ha mostrato, durante tutta la propria carriera artistica, nel considerare e rappresentare lo spazio come base materiale della sua composizione. E’ proprio la tecnica utilizzata per la concatenazione dello spazio con gli altri elementi rappresentati nei suoi dipinti che rende unica la sua opera. Tale tecnica, sicuramente originale ed apprezzata in tutto il mondo, gli è valsa numerosi e prestigiosi premi. La pennellata intensa ma precisa ed il trattamento della luce e dello spazio ci rimandano senza dubbio alle sue origini iberiche.

I dipinti esposti rappresentano inoltre uno studio sulla manipolazione della prospettiva: Yunta sfida il visitatore, palesando al contempo, l’eredità del cubismo. Proprio come Braque e Picasso, egli pone lo spettatore in una posizione tale da rendere distante il soggetto rappresentato. Yunta rende costantemente astratto un soggetto comune: anche se composto da semplici forme, che riflettono la logica architettonica del progetto, il soggetto dei quadri si dissolve in una massa di piani sovrapposti tenuti insieme da nastri di pennellate. Questa illusione del movimento è un elemento caratteristico del lavoro di Yunta, fatto di eleganti pennellate e di grandi capacità tecniche esecutive tali da riuscire a donare ad oggetti bidimensionali l’illusione del movimento all’interno di una continuità spazio-temporale che altro non è che lo specchio delle esperienze di vita dell’artista.