Presso i prestigiosi spazi del Magazzino3 (Dorsoduro 264) l’Accademia di Belle Arti di
Venezia inaugura, in collaborazione con il Comune di Venezia, la Regione Veneto, iGuzzini,
FriulAdria, Cassa di Risparmio di Venezia, MM Lampadari, Cuproom, Ribò e Marchea, il progetto
espositivo “Elaborare il Lutto – Arte Orfana della Specie” realizzato dal Corso di
Decorazione B. Dalle 16.30 del 13 dicembre, giorno dell’apertura ufficiale al pubblico, sarà
possibile visitare la mostra e cogliere le peculiarità e i possibili sviluppi di una produzione svincolata
da precisi ambiti disciplinari e tecnici, com’è quella della Decorazione, nel contesto
della formazione artistica contemporanea.
Il percorso progettuale che ha condotto all’esposizione è stato costruito attraverso una serie di
appuntamenti seminariali che hanno sviluppato, attraverso le metodologie necessarie a
una produzione anche di tipo industriale, vari ambiti di ricerca, articolati su due principali filoni: la
relazione con il suggestivo contesto d’intervento (con particolare attenzione alla riqualificazione
del luogo espositivo) e la realizzazione, orientata all’indagine della possibile compresenza
di diversi campi disciplinari, delle opere esposte.
Il primo aspetto di tale attività di ricerca, quello relativo al contesto, ha focalizzato l’attenzione sulle
caratteristiche ambientali e strutturali del Magazzino3. A partire dall’osservazione del luogo,
dunque, non solo si è dato vita a un progetto di riqualificazione dello spazio espositivo, ma si
sono assunte le condizioni fisiche e storiche dell’immobile come punto di partenza per
la realizzazione di progetti che prevedono l’interazione (in alcuni casi spinta fino a una vera
e propria integrazione) tra l’opera finita e alcuni specifici elementi contestuali (i muri, l’umidità,
l’architettura, etc.).
I lavori di riqualificazione dello spazio espositivo si sono concentrati soprattutto sull’impianto
d’illuminazione e sulla ridefinizione dell’impatto visivo della tensostruttura già presente nel
Magazzino3. Al fine di realizzare un intervento duraturo e versatile si è richiesta la collaborazione
di un’azienda leader nel settore: iGuzzini.
Il secondo filone ha affrontato il problema della produzione introiettando, oltre all’individuale
poetica autoriale, la complessità dovuta all’eterogeneità di contesti -sia fisici sia culturali o
estetici- con la quale è chiamato a confrontarsi un artista che operi nel panorama del contemporaneo.
È a tale proposito che è stata richiesta la collaborazione di alcune aziende, MM
Lampadari, Cuproom, Ribò del gruppo Vetrarti e Marchea, tutte attive nel Veneto.
Anche la parte progettuale relativa alla comunicazione è stata oggetto di una particolare
attività di ricerca. È stato realizzato, infatti, un girato che riassume le cinque fasi dell’elaborazione
del lutto -sul modello di Elisabeth Kübler Ross-, interpretato dalla giovane attrice Irene
Giubilini. La documentazione video è stata utilizzata, poi, per elaborare i depliant e il materiale
di comunicazione.
Visti i presupposti descritti, l’’esposizione appare come un’ottima occasione per verificare lo
“stato dell’arte” in un ambito espressivo di difficile definizione: più che determinato, soltanto
evocato dal termine “decorazione” nel suo senso comune; questa parola, come scrive Gombrich
nel saggio Il Senso dell’Ordine - Studio sulla Psicologia dell’Arte Decorativa, “è dunque
divenuta un termine di gergo per alludere a un certo tipo di precedente e ha così perso quella
connotazione precisa, qualunque fosse, che un tempo poteva rivestire. Fortunatamente è un
errore pensare che quanto non si può definire non si possa neppure trattare. Se così fosse,
non potremmo parlare né della vita né dell’arte”.
L’obiettivo del progetto va ristretto, come detto, al solo problema della formazione di figure
professionali svincolate dal primato di tecniche e metodi espressivi “puri” nel campo delle arti
visive, come la pittura o la scultura e non intende assumere come territorio di indagine la pratica
decorativa contemporanea (se mai fosse possibile definirne i margini) nel suo complesso.
“Elaborare il Lutto - L’Arte Orfana della Specie” si pone quindi come un contributo
utile a definire, piuttosto, la complessità e la ricchezza della produzione e della ricerca nel solo
ambiente culturale delle Accademie di Belle Arti in Italia.