Interpretazione, testo e regia Pino Petruzzelli.
Più di 500.000 zingari sono stati uccisi nei campi di sterminio nazisti.
Una storia dimenticata. Una storia non ancora scritta.
Raccontarla è un atto dovuto.
'Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l'umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro. Al processo di Gerusalemme, nonostante Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d'imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari.'
Pino Petruzzelli, dopo i reportage in forma di spettacolo dedicati al Marocco, all'Albania, al G8 di Genova e al Messico sta preparando una nuova serie di portrait teatrali dedicati alla cultura Rom e Sinta e da oltre un anno è in viaggio per l'Europa sulle orme degli Zingari attraverso Italia, Bulgaria, Albania, Francia, paesi dell'ex Yugoslavia e Turchia.
Il primo appuntamento è dedicato al genocidio degli Zingari durante il nazismo. Un genocidio che nasce dal pregiudizio e dal razzismo imperanti nella Germania degli anni trenta. A Berlino il dottor Robert Ritter, direttore del Centro di Ricerche per l'Igiene e la Razza dichiara che 'gli Zingari risultano come un miscuglio pericoloso di razze deteriorate' e che 'la question zingara potrà considerarsi risolta solo quando il grosso di questi asociali e fannulloni sarà sterilizzato'. La dottoressa Eva Justin rivela al modo accademico nazista, nella sua applaudita tesi di laurea, la presenza nel sangue degli zingari di un gene molto, ma molto pericoloso: il gene dell'istinto al nomadismo: il terribile wandertrieb.
Lo spettacolo vuole essere un viaggio nella memoria alla scoperta di una pagina di storia che inspiegabilmente non trova spazio nei testi scolastici. Un genocidio dimenticato, così come dimenticati sono stati i risarcimenti dovuti agli zingari perseguitati durante il nazismo.
Uno spettacolo carico di umanità e di amore per un'etnia, quella Rom e Sinta, che nel corso degli anni più che essere sconosciuta è stata misconosciuta.