Un artista occidentale si cimenta con l’iconografia mediorientale. Immagini di donna. Sotto il burqa afgano, il niqab mediorientale. Che illuminano, rivelano, riflettono su il misticismo, il fanatismo, l’oscurantismo del presente. E l’insopprimibile voglia di esprimere se stesse. Sguardi velati per le ironiche copertine di riviste di moda o per i poster versione street-art. Moltitudini velate nei quadri che ipotizzano un futuro sempre più dominato dall’Islam. Veli che nascondono ma non sopprimono la voglia di femminilità, bellezza, giovinezza e sono discretamente o sfacciatamente decorati, ricolorati, griffati.
Grandi opere digitali, dove il mouse si sostituisce al pennello, l’unicità dell’arte si fa complice della serialità della tecnologia.
Contaminazione di culture. Crossing di linguaggi: l’arte si interfaccia con la moda, con la grafica, con la pubblicità, con la fotografia, con internet, con Photoshop, con il sociale.