Fondazione A.I.D.A / Teatro Stabile di Innovazione
“Pinocchio” - Viaggio tragicomico per nasi
di Marco Zoppello, con Roberto Macchi e Marco Zoppello
C’era una volta…un re. No, c’era una volta un pezzo di legno. Nemmeno. C’era una volta il teatro.
Lo spettacolo sta per avere inizio, il pubblico è già seduto, ed entrano in scena due attori, con due valigie e due nasi, entrambi fermamente decisi a raccontare, da soli, la storia del burattino Pinocchio. Ma eccoli che cominciano a bisticciare, naso a naso, su chi dovrà raccontarla e su chi reciterà la parte di Pinocchio. Si aprono le valigie e parte il “viaggio per nasi”: Pinocchio è un bambino di legno con un naso che lo rende diverso dagli altri e di cui si vergogna, poi ci sono il naso rosso ciliegia di Geppetto, il nasone di Mangiafuoco per non parlare dei nasi del Gatto e la Volpe. Il piccolo Pinocchio, trascinato dalla sua curiosità e dalle sue marachelle, dovrà compiere un viaggio fantastico prima di tornare, finalmente trasformato in bambino vero, alla casa del babbo Geppetto. Pinocchio rappresenta il rito iniziatico di un bambino che vuole entrare a far parte della società e per farlo, come tutti i personaggi/fanciulli delle favole più note, dovrà uscire di casa e affrontare il mondo, viaggiare attraverso paesi dei Balocchi o di Acchiappacitrulli e fare i conti con le paure (Mangiafuoco) con la coscienza (Grillo Parlante) con l’amicizia (Lucignolo) e con i più svariati imbroglioni (Gatto e la Volpe). Solo dopo aver superato queste prove entrerà finalmente nell’età adulta (nel romanzo rappresentata dalla “trasformazione” in bambino) per prendersi cura, a sua volta, dei propri affetti (il padre Geppetto e la Fata Turchina).