Vernissage 11 giugno 2011 , ore 17:00
Sara Bertossi , Livio Cassese , Paolo Gallina , Silvia Giuseppone, Marco Gobbi , Jaša , Arianna Licori , Valerio Nicolai , Chiara Oliva , Anita Timea Oravecz , Jacopo Pagin , Elisa Perlin, Evita Pizzale.
A cura di Guido Molinari - Allestimento: Atelie Decorazione B.
Il progetto Grassroots, il cui termine suggerisce la movimentazione libera, dal “basso”, prende il via con questa
mostra collettiva per poi svilupparsi in un arco di tempo successivo attraverso conferenze, workshop e ulteriori
occasioni espositive coordinate da docenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. L’immagine delle “radici d’erba”
che si diondono in modo intricato e veloce, ben rappresenta il lavoro di Atelier fondato sullo scambio e sui principi di condivisione che fanno dell’Accademia un contesto multiculturale, organico ad un corpo studentesco
multietnico. La mostra collettiva allestita ai Magazzini del Sale intende porre in risalto questa specicità: giovani
provenienti da vari paesi contribuiscono in modo “naturale” allo sviluppo di nuovi linguaggi, in un clima di reciproco
interscambio, dando luogo a immateriali quanto profondi tratti comuni. Non si tratta di semplici soluzioni
formali adottate dal singolo, quanto di orientamenti che si sviluppano oltre la supercie, tra i gangli della produzione di numerosi ragazzi provenienti dall’Europa dell’est, oppure dalla Cina o dall’America del sud. In questo senso viene a crearsi un clima diuso, una vera e propria comunità, dove la capacità “radicante” di ognuno viene costantemente alimentata dal processo di crescita collettiva. Per descrivere questo processo immateriale possiamo ricorrere alla nozione di “sapere condiviso”, inteso come la somma delle informazioni trattenute individualmente dai membri del gruppo e resa disponibile ogni qual volta questo si renda necessario. In questo senso
l’Accademia e i suoi Atelier si denotano come strutture nalizzate a una formazione in linea con quegli obiettivi
europei volti a focalizzare la modellazione di un una cultura della partecipazione che si formi nell’alveo di una consapevole “intelligenza collettiva”.
Guido Molinari