Venezia, 1596. «Mi spiace, ho investito tutto nelle merci in viaggio sui miei quattro galeoni». Esita il ricco Antonio, poi, in nome dell’amicizia, chiede in prestito all’usuraio ebreo Shylock i remila ducati che servono al gaudente Bassanio per sposare la bella Porzia. «Ma come, mi hai preso a sputi a Rialto e ora bussi a quattrini»,
sibila il vecchio strozzino, ansioso di vendicarsi delle umiliazioni: «va bene, ecco il denaro. Occhio però: se alla scadenza non li avrò indietro, preleverò una libbra dal tuo corpo». Passano i giorni, le navi del debitore sono affondate, giunge l’ora del prelievo pattuito. Raffinato melodramma in magnifici costumi che il regista inglese Michael Radford ha tratto dalla celebre, omonima, opera del connazionale Shakespeare, mantenendo saggiamente (o temerariamente?)il testo originale. Chi non conosce la storia può appassionarsi alla trama a sorpresa, comunque resterà avvinto dall’interpretazione di un superbo Al Pacino, cui dà voce un grande Giancarlo Giannini.
Presentato fuori concorso alla 61a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2004); Nastro d’argento per la miglior scenografia (2006).