A Marsiglia, due sceneggiatori senza idee oziano con ansia: «E se scrivessimo un film politico?», propone uno. «Cos’è un film politico?», sfotte l’altro. «È un film sui rapporti tra ricchi e poveri». Da questo punto in poi, il lavoro degli sceneggiatori si intreccia con le vicende della famiglia da loro ideata, i Moliterno, un tempo
immigrati clandestini dall’Italia in Francia.
Il titolo A l’attaque!, all’attacco, sintetizza il messaggio anticapitalista espresso dal nonno di casa, un vecchio che canta a squarciagola in italiano Bella ciao per cullare il nipotino piccolo e che canta La società dei magnaccioni all’osteria con gli amici: «Certe volte si vince, certe volte si perde, ma bisogna sempre lottare. Chi
non lotta non vince mai, e soprattutto si rompe le scatole». I guai della famiglia Moliterno, grandi lavoratori, sono quelli delle vittime del capitalismo contemporaneo. Hanno comprato un garage, stipulando un mutuo con la banca. Fanno lavori di manutenzione veicoli per la società Eurocontainers, che non li paga da tre
mesi, poi da cinque mesi, e alla fine viene messa
in liquidazione giudiziaria: un falso, in realtà vogliono trasferire l’azienda in Marocco, dove la manodopera costa meno. La banca non intende aspettare oltre i pagamenti: si prenderà il garage, spogliando così di tutto la famiglia…
(À l’attaque!, 2000).
PROIEZIONI 17.30/20.30