Mitologico o leggendario, l’eroe dei tempi antichi si distingue per la sua abnegazione che assume valore di simbolo politico. Rinaldo, Teseo o Ercole sono altrettanti stereotipi declinabili all’infinito sulle scene operistiche.
Con la comparsa dell’eroe medioevale il personaggio si evolve: suscita l’ammirazione delle popolazioni sostituendosi al potere nella sua duplice valenza di regolare e secolare. Legittima con il coraggio e le virtù cavalleresche il dominio che esercita. In epoca romantica Lancillotto, Sigfrido, Giovanna d’Arco e perfino Robin Hood vengono cantati sulle scene come nei salotti. Gli eroi antichi e medioevali cedono allora il posto agli eroi storici, spesso e volentieri martiri e sottoposti al supplizio. Maria Stuarda, al pari di Cleopatra o Ginevra, sposta sulla figura femminile un crescente interesse per la sofferenza psicologica. L’opera e il romanzo danno libero sfogo alla fantasmagoria, inventando l’eroe finzionale al quale nulla è proibito.
Il grand opéra francese di Meyerbeer fonda tutta la propria potenza emotiva su questi personaggi dal passato ignoro e dal futuro incerto. Il ricordo delle grandi scoperte e l’epoca dell’industrializzazione offrono infine al mondo una nuova specie di eroe: l’avventuriero. Da Christophe Colomb di David a Vasco de Gama di Bizet, la concettualissima “ode sinfonia” si sostituisce all’opera nel suo potere evocativo: la frontiera tra espressioni religiose e operistiche si confonde a beneficio di un eroe-dio divenuto insondabile.
INTERPRETI: SOLISTI DE LE CERCLE DE L'HARMONIE - Julien Chauvin, direzione e violino; Chantal Santon, Sangaride; Marie Kalinine, Cybèle; Mathias Vidal, Atys; Aimery Lefèvre, Céloenus.