In occasione degli anniversari della nascita di Claude Debussy e di Stéphane Mallarmé, i due concerti organizzati da Agimus Venezia con il sostegno del Centro Candiani rendono omaggio alla cultura simbolista francese.
La prima serata, Arpamagica (13 ottobre, ore 21.00), è dedicata allo strumento che nei primi del Novecento conosce l'apogeo della propria fortuna. Davide Burani ricostruisce la storia di questo successo ripercorrendo alcuni capisaldi del repertorio romantico, ove vengono gettate le basi delle intuizioni timbriche elaborate poi da Fauré, Ravel e Debussy. In questa direzione opera Alphonse Hasselmans, che con le sue atmosfere raffinate evoca il colorismo impressionista. Felix Godefroid ed Elias Parish Alvars esaltano invece le potenzialità virtuosistiche dello strumento: dell'arpista belga viene eseguito lo Studio da concerto, opera intima ed eroica al tempo stesso, mentre di Elias Parih-Alvars, definito il 'Liszt dell'arpa', viene proposta L'Introduzione, cadenza e rondò, brano intessuto di richiami all'opera lirica. La seconda parte del programma presenta la Sonata di raro ascolto composta da Sophia Corri, moglie del pianista Jan Dussek, e un viaggio nel melodramma italiano con la Fantasia sulla Casta Diva di Bellini, del napoletano Giovanni Caramiello, e la virtuosistica versione per arpa del Valzer di Musetta di Puccini, tratto da Bohème.
Nettamente orientato al contemporaneo il secondo appuntamento (27 ottobre, ore 21.00), che trae spunto da un capolavoro debussyano, la Sonata per flauto, viola e arpa (1915) - prima opera scritta per questo organico dagli impasti coloristici suadenti - per dare vita a un progetto che coinvolge giovani compositori e artisti figurativi appartenenti a prestigiose istituzioni formative italiane (Accademia di S. Cecilia di Roma, Conservatori di Venezia e Milano, Accademia di Belle Arti di Venezia). A Debussy (di cui verrà eseguita, oltre alla Sonata, anche Syrinx per flauto solo, con un'installazione dell'artista serba Ivana Bukovac) è dedicato Sguardo di statua dell'iraniano Mehdi Khayami, lavoro che suggerisce il senso di demotivazione e frustrazione dell'uomo di oggi utilizzando un materiale musicale basato su intervalli microtonali tratti dalla musica tradizionale iraniana.
A Mallarmé si ispirano invece Sainte per flauto solo dell'albanese di Jozef Pjetri, giocato sull'inesorabile sfaldamento degli elementi compositivi; il trio Un coup d'aile ivre di Letizia Michielon, tratto dal sonetto Le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui, ove il cigno, simbolo del poeta e dei suoi voli mai fuggiti, viene interpretato dal flauto impegnato in una performance all'interno di una struttura a forma d'ala creata da Ivana Bukovac, Emanuele Gabbiato, Federica Montesanto, Sara Speggiorin e Stefano Moras; e il duo per flauto e arpa Cenotafio di Gabriele Cosmi, in cui riflessioni e lontane memorie appaiono come nebulose sonore, evocanti un mondo spogliato dalla nostra presenza e riflesso nel video To extend the visibility di Elio Martusciello, composto integralmente da immagini satellitari del nostro pianeta. L'esecuzione delle prime assolute è affidata al Plurimo Ensemble formato da Cecilia Vendrasco (flauto), Alessandra Trentin (arpa) e Mario Paladin (viola). L'ensemble, gruppo in residence dell'Ateneo Veneto, definisce nel richiamo a Emilio Vedova il proprio paradigma estetico, aperto all'integrazione con le altre discipline artistiche e al coordinamento dei talenti emergenti all'interno del virtuale politecnico delle arti veneziano.