Dove nasce l’Arte? Nasce per difendersi, per denunciare, per incarnare Amore? L’Artista è colui che fino in
fondo si è lasciato plasmare, rompere, annientare da Amore, a tal punto da non riconoscere più se stesso?
Ciascuna di queste domande ha uno sforzo di risposta in ORLANDO - ORLANDO, spettacolo presentato
dalla compagnia Indigena Teatro; da sabato 23 Marzo in scena nel piccolo Teatro della Murata di Mestre.
Virginia Woolf scrive il suo Orlando nel 1928 e regala così alla società inglese un’esperienza letteraria
innovativa e sperimentale. L'allestimento teatrale, riscritto e diretto dal veneziano Stefano Pagin, si
concentra sulla tormentata figura dell’artista in epoca moderna, dove l’Arte sembra avere perso la sua
riconoscibilità. L’artista Orlando, per sopravvivere come tale, si lascia ispirare da una storia d’amore,
ricostruendo assieme al pubblico gli elementi che l’hanno reso portatore d’arte. La vita di un essere umano,
in effetti, può essere considerata opera d’arte, soprattutto se raccontiamo la storia di un uomo che ha
perduto l’amore durante l’adolescenza e lo insegue attraversando i secoli, dal 500 al 2000, cambiando
convezioni e culture a seconda delle epoche, addirittura trasformandosi in donna per poter svelare, non
senza ironia, cosa significhi amare da entrambi i lati.
Woolf prende a prestito dal famoso poema italiano il suo eroe collocandolo nella società elisabettiana. Nella
sua versione usa l'Italia come terra immaginaria e attraverso il testo evoca i vulcani delle Eolie, gli ulivi
toscani, le onde del mar Mediterraneo. La battaglia di Orlando non è più furiosa. È una battaglia interna. Egli
lotta contro il doloroso senso di abbandono e di solitudine, diventando così un eroe simile a tutti noi.
Il monologo, interpretato dall'attore padovano Stefano Scandaletti, si è infine meritato due premi
nazionali: il Premio Off del Teatro Stabile del Veneto come miglior spettacolo e il Premio Argot Off per la
Drammaturgia Contemporanea.
MOTIVAZIONE DEL PREMIO ARGOT OFF: Per una prospettiva tutta personale di lettura del testo, capace
di suggerire lo smarrimento della propria identità fisica e interiore, questione tuttora irrisolta della nostra
presenza nel mondo contemporaneo.
La giuria ha quindi determinato la possibilità di offrire un’occasione d’incontro con il pubblico romano,
nell’ambito della stagione 2012/2013 del Teatro Argot, a Indigena Teatro con Orlando - Orlando per la
compiutezza formale dello spettacolo. Inoltre il lavoro realizzato dall’attore Stefano Scandaletti coglie a pieno
la sospensione fisica e temporale che il testo e l'impianto registico-scenico intendono suggerire.