Gli scatti presenti in mostra sono essenziali appunti di viaggio e idee di un progetto di più ampio raggio. Frammenti del più grande festival religioso nella storia dell’umanità, vogliono rivelare alcune delle realtà presenti oggi in India, più precisamente al Purn Kumbh Mela, tenutosi ad Allahabad dal 12 gennaio al 28 febbraio 2013. L’approccio alla macchina fotografica è diventato sempre più naturale in un contesto che si è dimostrato generoso nei confronti di coloro che, come noi , poco sapevano riguardo i protagonisti e la cultura del festival. “Uomini Buoni”, hanno aperto i loro occhi dinnanzi al medium fotografico creando e generando, negli occhi di chi guarda, nuove visioni.

Una realtà che vive di innumerevoli sfaccettature viene letta in questa mostra in altrettanti modi differenti. scatti di diverse caratteristiche e dimensioni si mescolano tra loro e, come al Kumbh Mela, il risultato viene raggiunto dall’unione di tanti elementi apparentemente molto diversi l’uno dall’altro: stampe su tela si uniscono a scatti su carta fotografica, alcuni a colori altri in bianco e nero. Il “ballo sfrenato di anime” che PopEye ha incontrato in India viene così fatto rivivere tra le mura incantevoli della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.

PopEye - Ethnovisual Association è un circuito internazionale che unisce giovani attivi nei campi dell’antropologia, arti visive, economia e linguistica provenienti da Italia, India e Sudafrica. È da questo poliedrico incontro che nasce un gruppo di ricerca al di fuori degli schemi impostato per sviluppare indagini a tutto tondo su eventi di carattere etnografico, ponendo un focus sugli stessi attraverso un’analisi espressa attraverso fotografie, video e articoli.

Il documentario “Riverside Rendezvous”, primo lavoro di PopEye ,è stato girato tra Allahabad e Benares nel periodo della Purn Kumbh Mela (letteralmente: Fiera del vaso completa), una delle più importanti cerimonie Hindu e, ad oggi, il più grande pellegrinaggio di massa nella storia dell’umanità. PopEye ha deciso di raccontarlo attraverso l’esperienza di un pellegrino indiano, di un viaggiatore occidentale e dal punto di vista dei Sadhu; monaci rinuncianti, per i quali la Kumbh Mela è al contempo una festa, un’adunanza di grande valore politico-religioso, nonché momento propizio per iniziazioni e nuove investiture. Nell’attesa che sia completata la post-produzione del girato, questi scatti sono un primo assaggio del materiale raccolto in due mesi di ricerca sul campo; tratti da un archivio di oltre ventimila foto, cui attingiamo per le gallerie e gli articoli pubblicati quotidianamente sul sito dell’associazione.