Il convegno internazionale che ha per titolo “The Global and the Local” e che si terrà a Ca’ Foscari e presso la Venice International University, nell’isola di San Servolo, dal 3 al 6 giugno 2013 è promosso dall’ateneo veneziano e dalle associazioni nordamericana (NAVSA), britannica (BAVS) e australiana (AVSA) di studi vittoriani. Si tratta di un evento culturale a carattere interdisciplinare molto importante e non solo perché richiamerà 350 studiosi di letteratura, storia e storia dell’arte, cui si devono aggiungere i quattro relatori delle conferenze plenarie, ma perché queste tre associazioni hanno deciso per la prima volta di tenere a Venezia un convegno che vuole indagare, in una prospettiva per l’appunto globale e con un’attenzione anche ai fenomeni legati al costume, il lunghissimo regno della regina Vittoria, l’età della finanza, dell’imperialismo oltre che della borghesia industriale. Regina del Regno Unito e Imperatrice d'India, la temuta sovrana dal 1837 fino al 1901 regnò sul più vasto impero di tutti i tempi. Dal Canada ai confini con il polo Nord, dall’Africa all’India fino alla remota Nuova Zelanda, sugli immensi possedimenti britannici si poteva veramente dire che il sole non tramontasse mai. Le numerose sessioni parallele del convegno, che ha da tempo allestito una pagina sul web all’indirizzo http://glocalvictorians.wordpress.com/about-us/, saranno imperniate su temi attinenti non solo alla letteratura vittoriana (le sorelle Brontë, Charles Dickens, Oscar Wilde, George Eliot, Wilkie Collins, Bram Stoker, Thomas Hardy, Rider Haggard, Robert Browning) ma al cosmopolitismo, al Risorgimento, al collezionismo, alla contrapposizione fra città e campagna, alle glocal cities, al vedutismo, all’opera lirica e anche alla fotografia. Numerosissimi gli interventi dedicati a John Ruskin, il maggiore critico d’arte vittoriano, autore delle celebri Le pietre di Venezia nonchè di una guida alle opere principali conservate alle gallerie dell’Accademia e a Walter Pater, interprete dell’estetismo e del nuovo edonismo antivittoriano di fine secolo. Infine, non potevano mancare quelli sulla tradizione del Gran Tour, sul nuovo modo di guardare e di pensare al paese Italia, patria elettiva e oggetto di identificazione, luogo della memoria e della riflessione.