È una lunga lettera quella che Pino Roveredo dedica al padre, scomparso quasi improvvisamente nella primavera del 1981, a poche settimane di distanza dalla madre. Un padre operaiocalzolaio sordomuto, che votava comunista non per ragioni ideologiche, ma perché 'Berlinguer è una brava persona'. È proprio pensando a questo ideale 'una brava persona' che Roveredo ripercorre tutta la sua esistenza, chiedendosi cosa ha fatto per essere a sua volta 'una brava persona' e se vi è effettivamente riuscito. Roveredo ritorna alla sua storia: dalla lotta personale, faticosa ed emozionante, per uscire dall'alcolismo, all'incontro/scontro con il mondo mediatico e intellettuale, dal rifiuto di rinnegare la sua identità e le sue origini, fino ai rapporti famigliari e sentimentali, in una felliniana danza della vita, che mescola sogno e realtà, colori e malinconie. Insieme all'autore interviene Fabio Bozzato.