Zampanò è un rozzo girovago che si produce in numeri di forza; al suo seguito, trattata come un animale, è la mite Gelsomina.
Quando Zam panò uccide il Matto, un funambolo che aveva fatto conoscere a Gelsomina la gentilezza e l’umorismo, la ragazza trova la forza di fuggire.
È finita la fase della ricognizione in superficie dei primi materiali offerti dalla memoria, è finita la rievocazione macchiettistica e aneddotica del mondo minore conosciuto durante le prime esperienze giovanili; è compiuto il cammino
a ritroso tra I vitelloni e dal confronto con essi è iniziata la scoperta della propria personalità. L’io che aveva finora riflettuto e ricordato la realtà, si è affacciato alla soglia dello schermo. Comincia ad effettuarsi, con La strada, l’esteriorizzazione completa della poetica di Fellini e la rivelazione cauta di quel
personale intimo rapporto con le cose e il modo che egli ha cercato di instaurare prima raccontando, poi confessandosi.