“Conosciamo i nomi dei produttori soltanto se sposano dive famose o se al cinema ci fermiamo a guardare fino in fondo i titoli di coda. Eppure un film è anche il frutto del loro intuito, della loro abilità imprenditoriale e in definitiva della loro personalità”: così spiega la studiosa Barbara Corsi nel suo Produzione e produttori, edito dalla casa editrice Il castoro, che viene presentato mercoledì 16 aprile alle 17 alla Casa del Cinema di Venezia, presenti l’autrice e il direttore di Circuito Cinema Roberto Ellero.

A seguire, in proiezione, uno dei casi produttivi “esemplari” indagati da Barbara Corsi: La corona di ferro di Alessandro Blasetti, “un’opera di struttura e mole tanto imponenti – si scrisse all’epoca – da potersi senz’altro considerare come il collaudo delle possibilità tecniche e delle capacità degli uomini migliori della nostra cinematografia”. S’era nel 1941 e si guardava alla Mostra di Venezia, dove il film sarà premiato, mentre il mondo, e con esso l’Italia, stava già andando a fuoco. Tra gli altri casi produttivi esemplari trattati dall’autrice Cabiria, (1914), La canzone dell’amore (1930), Cronache di poveri amanti (1954), Per qualche dollaro in più (1965) e Gomorra (2008).

Barbara Corsi, che insegna Economia dello spettacolo all’Università di Padova, collaborando a numerose riviste di settore (Giornale dello Spettacolo, Vivilcinema), non è nuova a imprese di questo genere, volte ad indagare gli aspetti economici e produttivi del cinema. Suo, una decina d’anni fa, Con qualche dollaro in meno (Editori Riuniti) che tentava una prima storia economica del cinema italiano, raramente oggetto – con le dovute eccezioni - di approfondita attenzione da parte della critica cinematografica.