In collaborazione con l’associazione “Il sestiere della Musica” e inserito all’interno della rassegna “Maree Sonore”.
Un incontro casuale, fortunato, alchemico, quello tra Pasquale Mirra al vibrafono e Hamid Drake batteria, frame drum e voce ma nulla risuona casuale ascoltando la musica che rimane aleggiante nell’aria a testimonianza della splendida intesa che si creò già agli esordi due anni fa, in modo immediato.
Sorpresa e imprevedibilità, la voglia di superare il limite della convenzione con una incessante ricerca sonora, questi gli elementi rintracciabili in questo suggestivo duo.
La sinergia musicale e l’intenso scambio che Mirra e Drake riescono a creare ammaliano per la brillantezza delle idee che riescono ad esprimere non solo senza apparente fatica, ma con un interscambio e una interazione strumentale impressionante. Le composizioni sono usate nel flusso improvvisativo per suggerire a questo strade diverse, ma nello stesso tempo la creatività dei due ne determina cambiamenti – anche strutturali – che per mano loro si caratterizzano di volta in volta, di incontro in incontro, come momenti unici, irripetibili, mai uguali a se stessi.
Le melodie si costruiscono da sole, grazie anche alle conoscenze musicali dei due interpreti, alla loro notevole apertura mentale, alla capacità di spaziare nei ritmi di Drake, vero maestro nel creare basi poliritmiche torrenziali su cui si innestano le sonorità poetiche ed impattanti di Mirra, senza mai farci perdere il filo.
Il processo attraverso il quale si sviluppano i percorsi musicali è l’estemporaneità, dunque, attraverso un uso evocativo degli strumenti, e della voce di Drake, senza pregiudizi stilistici di sorta dove due culture di appartenenza così apparentemente lontane si ritrovano, si amalgamano, si fondono, creando un ponte immaginario tra l’onirico, l’ancestrale e le melodie sospese, a tratti quasi ipnotiche dove le pulsazioni africane e orientali dei tamburi sanno assorbire l’eclettismo del vibrafono e respirarci assieme in un caleidoscopico viaggio sonoro.