Il film sperimentale di Fernand Léger e Dudley Murphy sarà proiettato con l’esecuzione dal vivo della partitura originale di George Antheil per quattro pianoforti, percussioni e campionatore. Introduce Carlo Montanaro.
Negli anni ’20 Parigi è stata il crocevia della trasgressione e della riqualificazione dell’arte contemporanea, consentendo esperienze trasversali che hanno permesso a personaggi come Picasso, Cocteau, Milhaud, Satie, Picabia, Duchamp, Man Ray, sperimentazioni che hanno coinvolto la pittura ma anche il teatro, il balletto, la musica, la fotografia, nonché il nuovo e più popolare linguaggio, quello del cinematografo. Il Cine-Concerto Ballet Mècanique intende rievocare quegli anni e quel clima con la proiezione della pellicola d’ avanguardia del 1924, ideata da Fernand Léger e Dudley Murphy con la collaborazione di Man Ray, accompagnata dalla musica originale di George Antheil rielaborata nel 1953.
Una sorta di opera totale, con l’immagine cinematografica contrappuntata da quattro pianisti, dieci percussionisti e da Giovanni Sparano dell’Ensemble MusicaVenezia, che esegue la campionature e gli effetti sonori, guidati da Marco Paladin, direttore musicale del Teatro La Fenice di Venezia. La serata sarà introdotta da Carlo Montanaro, presidente dell'Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema, che parlerà di “Sperimentare con il cinema”.
“Ballet Mécanique” è una delle prime opere concepite come “multimediale”, nel senso che durante l’esecuzione del film, (capolavoro dadaista diretto dall’artista Fernand Léger e dal cineasta Dudley Murphy nel 1924, con la collaborazione di Man Ray), era prevista la performance musicale scritta da George Anteil, con l’impiego di due pianoforti, tre xilofoni, quattro grancasse, un tamburo, una sirena, campane elettriche e tre eliche di aeroplano o, in alternativa, l’utilizzo di sedici pianoforti meccanici che suonavano in contemporanea.