music
Omit Five

Filippo Vignato - trombone

Mattia Dalla Pozza - sax alto

Joseph Circelli - chitarra

Rosa Brunello - contrabbasso

Simone Sferruzza - batteria

Omit Five è nato nel 2010 all’interno del Conservatorio di Rovigo come estensione del laboratorio di improvvisazione del biennio jazz. Prendendo le mosse da maestri come Miles Davis, Wayne Shorter, Dave Douglas e Dave Holland, il quintetto ha rapidamente elaborato una proposta sempre più personale, riuscendo a costruirsi un repertorio di brani originali confluiti in questa prima ma già convincente registrazione discografica. Ha senza dubbio fatto crescere l’autostima della band la vittoria ottenuta nella sezione jazz del Premio Nazionale delle Arti 2010/2011, cui hanno partecipato gruppi provenienti da tutta Italia. Appena un anno dopo gli Omit Five hanno pronti altri nuovi brani, già eseguiti dal vivo e che andranno a comporre il loro ormai prossimo secondo album. Legando la tradizione post–boppistica con sonorità integralmente acustiche, il quintetto strizza l’occhio, com’è naturale, a quanto di nuovo è emerso negli ultimi anni dalla scena dell’avanguardia newyorkese e nordeuropea. Pur avendo tutti più o meno 25 anni, hanno saputo mitigare la foga e l’entusiasmo giovanili con la razionalità che deriva loro dagli studi effettuati con i maestri del Conservatorio rodigino. Omit Five esprime allo stesso tempo il tentativo di fondere due diverse aree geografiche, una meridionale, rappresentata dal batterista palermitano Simone Sferruzza e dal chitarrista campano Joseph Circelli, ed una veneta, cui fanno riferimento il trombonista vicentino Filippo Vignato, trasferitosi da qualche tempo nella terraferma veneziana, dove operano sia il sassofonista Mattia Dalla Pozza che la contrabbassista Rosa Brunello. Delle dieci tracce proposte, se si escludono il suggestivoOclupaca, fra i brani meno noti dell’ultima produzione ellingtoniana, e Shiny things, di Tom Waits, due sono firmati dalla Brunello, due da Vignato, uno da Sferruzza e tre da Circelli, a testimoniare che la musica degli Omit Five è frutto di un lavoro realmente collettivo e paritetico, dove anche le variegate soluzioni timbriche e ritmico–armoniche, frutto del gusto e della sensibilità dei diversi autori, sono comunque riconducibili ad una sonorità ben definita. Basterebbe già questo per esser soddisfatti dei risultati conseguiti in così breve tempo da cinque jazzisti di cui, ne siamo certi, sentiremo presto molto parlare. - Claudio Donà

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Ticket: ingre, consumazione obbligatoria
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Via Giustizia 19 - 30171 Mestre (Ve)
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