Il Girotondo di Artur Schnitzler. Regia di Giuseppe Amato,
con: Paola Mitri e Christian Renzicchi
- Però com' è buio qui. Ho paura.
- Quando è con me non deve aver paura...
- Dove stiamo andando? Non c' è più
nessuno... Senta, torniamo indietro. È così
buio.
- Ecco un po di luce, angelo!
Note di regia:
Questo girotondo è un gioco.
Due attori-personaggi escono da un vecchio libro polveroso per entrare con passo gentile in dieci
situazioni diverse, ma chiaramente riconoscibili o almeno familiari, perché ricordano situazioni
legate alla storia del cinema. Nessuno sa con esattezza chi siano questi due che di volta in volta
allestiscono la scena: ora ci si traveste con parrucche e vecchie camicie, ora si cambia voce, ora si
viaggia nel tempo e in luoghi lontanissimi nei pochi istanti di una canzone.
In questo girotondo non ci sono limiti all'immaginazione e il gioco è quello del teatro, quello del
'facciamo che tu sei e io sono', il primo gioco dei bambini, ma a volte così serio da istillare il
dubbio che ci sia del vero in certa finzione e del nudo in certi travestimenti. Del resto l'unica regola
in questo balletto alternato è il tema da seguire: la passione, la carne o se volete, l' amore.
A voi la lente con cui vedere e riconoscere una o tutte le facce di questo umano sentire, a noi l'
arte di camuffare e ingannare, o di sedurre, turbare e far sognare chi ci guarda.