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Verde cortina. Da Lubecca a Trieste sui confini della guerra fredda.

Mostra fotografica, in tutto venticinque foto, misura 50 x 70.

Lubecca è agli opposti di Trieste. Il bordo esterno di un continente, l’affaccio al mare del nord come Trieste è il primo approdo a quello del sud. Entrambe hanno un’aria un po’ congelata e sospesa, quasi che, a dispetto di una lunga storia, di architetture eleganti e delle dinastie dei commercianti, lo sviluppo fosse rimasto a un certo punto bloccato, preservandole dal contagio ma anche dal dinamismo del Novecento. Ma in questo non c’è contraddizione: la linea che da Lubecca a Trieste ha tagliato il continente, dividendo est e ovest, ha reso le due città allo stesso tempo avamposto e periferia di un impero. Un punto d’osservazione privilegiato sulla storia, tuttavia decisa altrove.

Cosa rimane della cortina di ferro venticinque anni dopo? Matteo Tacconi e Ignacio Maria Coccia si sono messi in macchina. Una rotta che taglia la Germania, sbuca sulla frontiera della Repubblica ceca, prosegue lungo Slovacchia, Ungheria, Austria, Slovenia e finisce nell’Adriatico. Dovrebbe essere un tragitto memorabile, quanto di più vicino all’epos storico o topografico l’Europa del dopoguerra abbia prodotto, eppure questo coast-to-coast non ha un percorso prestabilito e catalogato, non ha tappe obbligate, avrà forse una decina di monumenti-segnaposto. Di più, non ha mitologia, non ha nostalgia, non ha viaggiatori e quasi non ha racconti. Bisogno reinventarsi una traccia cancellata.

Così queste pagine e queste foto sono la mappatura di una grande rimozione. E rispondono alla domanda: che succede quando si riavvolge come fosse un nastro, mettendolo da parte, il simbolo più potente e carico di significato del secondo Novecento in Europa? La bellezza della risposta di Matteo e Ignacio sta nell’assoluta mancanza di enfasi. Anzi, il loro è un viaggio documentale. Che descrive, fotografa, immagazzina. Che non teorizza ma recupera, che non insegna o offre soluzioni, ma prende nota. [...]

(L’introduzione al volume, firmata da Mara Gergolet, giornalista del Corriere della Sera)

MATTEO TACCONI. Perugino, nato nel 1978, giornalista. Segue i Balcani, l’Europa centrale e l’area post-sovietica. Scrive su diverse testate, tra cui Europa, Limes, Il Venerdì di Repubblica e Il Manifesto. Coordina Rassegna Est, portale dedicato all’Europa emergente. Ha realizzato tre libri. I primi due, Kosovo: la storia, la guerra, il futuro e C’era una volta il Muro: viaggio nell’Europa ex comunista, sono stati editi da Castelvecchi. Il terzo, Me ne vado a Est, realizzato con Matteo Ferrazzi, è stato pubblicato da Infinito Edizioni.

IGNACIO MARIA COCCIA. Fotografo. Nato a Madrid nel 1974, vive ad Ascoli Piceno. Nel 2003 è entrato nello staff di Grazia Neri. Ha pubblicato su diverse testate, italiane e internazionali, tra le quali Financial Times, Le Monde, Sportweek, National Geographic, L’Espresso, IL e Io Donna. Ha dedicato molta attenzione all’Europa dell’Est, al tema delle frontiere e delle periferie continentali. Dai suoi viaggi nella regione ha realizzato due libri: Ucraina, ritratto di una nazione e Kosovo, incertezze e sogni.

information
Ticket: ingresso libero
organizers
when
from Feb 22, 15 to Mar 15, 15
SuMoTuWeThFrSa
Time: (pick a date)
Days closed: mercoledì, giovedì e sabato 7 marzo
where
Isolab
Castello 3865, 30122 Venezia
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