Tim Berne, sax alto
Oscar Noriega, clarino e clarinetto basso
Matt Mitchell, pianoforte e tastiere
Ches Smith, batteria, percussioni e vibrafono
Tim Berne, americano classe 1954, fa senza dubbio parte della categoria dei musicisti che in età matura rielaborano la musica sempre con la stessa intensa e fresca creatività, attenti a recepire nel contempo i mutati umori del contesto circostante.
Tornato alla ribalta internazionale da protagonista, il sassofonista bianco di Syracuse sembra vivere una sorta di seconda giovinezza. La radicale e matura sintesi espressiva a cui sembra definitivamente approdato è attestata soprattutto dai suoi ultimi due dischi da leader, pubblicati dalla prestigiosa etichetta Ecm, grazie a cui sta avendo una maggiore visibilità e che lo vedono alla testa del quartetto Snakeoil. Altre collaborazioni significative sono il duo con il contrabbassista Bruno Chevillon, le partecipazione al Tower–Bridge di Marc Ducret e ai gruppi di Drew Gress, Michael Formanek e Ches Smith. La sua attuale visione estetica sembra dare il meglio di sé con Snakeoil, quartetto in cui il suo sax alto è affiancato dai clarinetti dello straordinario Oscar Noriega, dal pianoforte di Matt Mitchell e soprattutto dall’esplosiva batteria di Ches Smith, diventato da qualche anno un imprescindibile punto di riferimento del drumming contemporaneo. Nella concezione del sassofonista americano composizione e improvvisazione sono strettamente connesse. Per ottenere questo la musica di Snakeoil necessita di un grande “interplay” e di una sintonia quasi empatica tra i suoi componenti, tutti realmente funzionali al progetto. Ne sono splendida testimonianza i due già ricordati album Ecm: il primo, Snakeoil, del 2012, da cui ha preso nome il quartetto, è stato salutato dalla critica come un capolavoro, e il successivo, Shadow Man, del 2013, altrettanto riuscito e suggestivo, ha confermato Snakeoil come uno dei gruppi più significativi della scena jazzistica degli ultimi anni.