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Incontro sullo Spazialismo

L’incontro nasce dalla volontà di mettere nuovamente a fuoco lo Spazialismo veneziano grazie ai contributi di testimoni e studiosi che con diversi approcci e punti di vista si sono dedicati nel tempo alle vicende del movimento e dei suoi protagonisti.

Sarà un’occasione per riconsiderare l’importanza storica dell’esperienza spazialista nell’ambito delle ricerche astratte degli anni Cinquanta in Italia e non solo, e per fare il punto sulla situazione degli studi, proponendo e valutando la necessità di approfondimenti e temi da integrare.

Verranno pertanto affrontati diversi aspetti, attraverso gli interventi di Luca Massimo Barbero, Giovanni Bianchi, Giovanni Soccol, Toni Toniato, Dino Marangon e Silvio Fuso, nel tentativo di prendere in esame l’esperienza spazialista a Venezia nella sua complessità, a partire dall’analisi del vitale contesto culturale e artistico all’interno del quale si sviluppa il movimento: i luoghi, i contatti, le relazioni, i critici, le teorie filosofiche - in particolare Linee per una fenomenologia dell’arte di Carlo Diano - e le sollecitazioni più diverse che hanno stimolato l’immaginario dei veneziani, da Guidi a Deluigi, da Bacci a Morandis, da De Toffoli a Tancredi, a Vinicio Vianello.

Evidenziando, tra l’altro, il ruolo di primaria importanza svolto proprio negli anni Cinquanta dall’Istituto Universitario di Architettura che, sotto la direzione di Giuseppe Samonà, raccoglie figure di rilievo tra cui Carlo Scarpa, Giuseppe Mazzariol, Mario Deluigi e Anton Giulio Ambrosini - questi ultimi protagonisti del Movimento spaziale - e il prezioso contributo alla formazione dell’ambiente culturale cittadino di intellettuali come Sergio Bettini. Sostenitore, quest’ultimo, di una concezione di Venezia come “città viva”, una forma in perenne mutamento che “continuamente si discioglie e si ricompone; ad ogni istante si crea di nuovo entro il nostro tempo”; parole che sembra quasi naturale collegare alle “visioni” degli spazialisti veneziani.

Alla vitalità dell’ambiente lagunare contribuisce in modo decisivo l’impegno del grande gallerista Carlo Cardazzo, principale sostenitore dello Spazialismo, tra Milano e Venezia, e punto di riferimento imprescindibile per gli artisti veneziani; i quali, pur aderendo, di fatto, al gruppo milanese fondato da Lucio Fontana, manterranno una propria eccentricità rispetto alle linee programmatiche del fondatore.

Pare quindi essenziale in questo incontro – realizzato a cura di Ateneo Veneto e Fondazione Musei Civici di Venezia – dare rilievo alle specificità e alle elaborazioni dei veneziani, interpreti di una “cosmogonia epifanica”, declinata secondo linguaggi diversi e specifiche idee di “spazio”, che li distingue sia dal grande Fontana, protagonista del movimento, che dalle esperienze di altri artisti dell’ala milanese come Dova, Crippa e Peverelli.

Riflessioni teoriche, sperimentazioni artistiche e competenze tecniche verranno inoltre indagate con interventi specifici: dalla verifica del rapporto tra gli spazialisti e il neoplasticismo di Mondrian - un referente con il quale tutti sembrano essersi confrontati – alla chiarificazione e analisi della tecnica del grattage utilizzata da Mario Deluigi nel periodo spazialista, all’approfondimento della figura di Vinicio Vianello, come ponte tra Venezia e Milano, tra attività pittorica, design e produzione industriale.

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Ticket: ingresso libero
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Ateneo Veneto
San Marco 1897 - 30124 Venezia
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