Terza giornata del convegno ’La città dell’occhio’. Dimensioni del visivo tra produttività e manipolazione nella pittura
e nella letteratura veneziana del Settecento
Nel suo libro Fondamenta degli incurabili Josif Brodskij scrive che Venezia è «la città dell’occhio: le altre facoltà vengono in seconda linea, e molto distanziate». Nel corso dei secoli, la Serenissima sviluppa una propria evidenza e visibilità che la distinguono in modo particolare da ogni altro luogo del mondo. Questo vale per l’arte del Settecento, che spesso fa del guardare uno dei soggetti principali dell’opera, nonché per la letteratura che a sua volta riflette questioni fondamentali come l’efficacia e l’influenza visuale, le dinamiche dell’osservazione e il gioco di prospettive. Ma il tema di una visualità peculiare della Venezia settecentesca possiede anche un’essenziale dimensione storica e politica nonché sociologica e antropologica – esemplare il caso del mascheramento inteso come strategia d’attrazione o di rifiuto visivi: esso ha avuto un’importanza decisiva per la creazione del ‹mito visuale› di Venezia che ha influenzato l’immagine della città fino ai giorni nostri. L’obiettivo del convegno è dunque di analizzare da un punto di vista interdisciplinare che faccia dialogare storia dell’arte, storiografia e critica letteraria, i molteplici processi che nel XVIII secolo hanno contribuito alla costruzione di quella che Brodskij chiamò «la città dell’occhio».
Programma della giornata conclusiva
9.30–10.15 Piero Del Negro (Padova): La mia istoria di Francesco Gritti: un romanzo plurale nella Venezia del Settecento
10.15–11.00 Gilberto Pizzamiglio(Venezia): La Venezia australe di Zaccaria Seriman
11.30–12.15 Marita Liebermann(Eichstatt): Gutes Venedig, böses Venedig Visualität und Moral in Ippolito Nievos, Angelo di bontà
12.15–13.00 Robert Fajen — Barbara Kuhn, Discussione finale e chiusura del convegno
Programma dettagliato