Giacomo Boni, (Venezia, 1859 - Roma, 1925) è stato uno dei più celebri archeologi italiani. È noto soprattutto perché fu protagonista di una straordinaria stagione di scavi archeologici a Roma. In precedenza era stato anche ispettore per i monumenti per l'Italia meridionale per conto del Ministero della Pubblica istruzione, e ancora prima, a Venezia, assistente disegnatore nel cantiere di Palazzo Ducale. Si era infatti formato come architetto presso l'Accademia di Belle Arti per trasferirsi poi a Roma e rientrare a Venezia solo brevemente in seguito al crollo del campanile di San Marco nel 1902. Fu anche socio precoce della Deputazione di Storia Patria per le Venezie, e attraverso quest'organo rappresentativo dello Stato centrale trovò la strada per il ministero. La parabola della sua carriera, le vicende personali, le importanti conseguenze scientifiche del suo operato, la tradizione storiografica di oblio e restaurazione della sua memoria rendono Boni figura meritoria di un'analisi che per la prima volta si propone di comprenderne l'attività e il pensiero per intero. Si è scelto di collocarli nello spaccato culturale e politico più ampio dell'Italia unita, dove si discuteva con vis polemica sulle caratteristiche e sulle modalità della conservazione di antichità emonumenti, oggi 'beni culturali'; tema sul quale il pensiero e l'opera di Boni sono tuttora degni di attenzione e considerazione.
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