Sono brani “contaminati”, in cui i compositori sovrappongono e accostano idiomi e gerghi differenti, quelli proposti al pianoforte da Roberto Plano nel concerto di venerdì 11 settembre alle 21 presso il Teatro Comunale Luigi Russolo di Portogruaro. E prosegue, con la seconda serata intitolata “Melting pot” - la prima si era tenuta con successo lo scorso 31 agosto nella piazza della Repubblica della città veneta –, il percorso “babelico” del Festival di Portogruaro, attraverso i linguaggi del Novecento musicale.
In apertura di serata Roberto Plano affronta pagine di Aleksandr Skrjabin, compositore di cui ricorrono nel 2015 i cent'anni della morte e a cui il pianista ha recentemente dedicato un disco pubblicato da «Amadeus»; i giovanili due Impromptus op. 14 e le due Mazurke op. 40 richiamano lo stile di Chopin mentre in Vers la flamme, poema maturo e visionario scritto un anno prima della morte del compositore, troviamo un esempio di 'musica dei colori'. Seguono tre Preludi dal 1° Libro di Claude Debussy, in cui “I titoli – dice Plano - talora evocano contaminazioni naturalistiche collegate all'elemento volatile, in modo lieve e vagamente misterioso (Voiles) o irruente e tempestoso (Ce qu'a vu le vent d'Ouest); oppure ammiccano ad atmosfere mediterranee iberiche (La sérénade interrompue)”. Il pianoforte imita invece il Saz, uno strumento a corde di origine curda, nel brano Black Earth, scritto nel 1997 dal pianista e compositore turco Fazil Say.
La serata è completata da due brani delle Harmonies poétiques et religieuses S 173 di Franz Liszt, un ciclo di dieci brani pianistici legati a un contesto sacro e spirituale, dal Tema e variazioni in re minore op. 18/b di Johannes Brahms, una sorta di autocontaminazione poiché il compositore trascrisse per pianoforte il secondo movimento del proprio Sestetto op. 18, e infine dalla Suite de danzas criollas op. 15, scritta nel 1946 da Alberto Evaristo Ginastera, compositore argentino considerato una delle figure preminenti della musica latino-americana del XX secolo, affascinato dallo spirito etnografico musicale di Bartók.
Roberto Plano vanta collaborazioni come solista con gli archi dei Berliner Philharmoniker, con la Hudson Symphony Orchestra, con l'Orchestra “Verdi”, con festival quali Ravinia, Chopin e Portland e con direttori d'orchestra come James Conlon, Sir Neville Marriner, Pinchas Zuckerman, Gianluigi Gelmetti e Donato Renzetti. Ha vinto numerosi concorsi internazionali e ha inciso per importanti etichecche discografiche. Insegna pianoforte al Conservatorio Pedrollo di Vicenza e tiene un corso di perfezionamento all'Accademia Musicale Varesina da lui fondata quale presidente dell'Associazione Musicale Alfred Cortot.