Concerto intitolato 'Il Bombardamento di Adrianopoli.
Omaggio al Futurismoe al declamatore futurista Filippo Tommaso Marinetti' a cura di Alan Bedin, live electronics, environments, voce.
La Parolibera e il gesto futurista. Una tappa quasi obbligatoria per il cantante Alan Bedin ha concretizzato attraverso l’esecuzione de “Il Bombardamento di Adrianopoli” in chiave elettroacustica una performance che grazie alla sua violenza verbale e gestuale, cerca di distruggere l’ideale romantico dell’artista che ultimamente evade dalla realtà per rifugiarsi in un mondo estetico fine a se stesso.
Dopo il successo in New Generation Festival, il trinomio futurista di arte-vita-azione celato nell’operazione sonora non vuole essere solo un omaggio e un ricordo alla prima grande guerra ma anche un propulsore a favore dell’arte in generale. Con il futurismo, lo stesso Filippo Tommaso Marinetti voleva che l’arte ritornasse alla vita attraverso l’attivismo instancabile, attraverso la ferma volontà di incidere sulla vita collettiva. Il futurismo è ancora attuale e attuabile: per Filippo Tommaso Marinetti è artista chi pensa e chi si esprime con originalità, forza, vivacità, entusiasmo, chiarezza, semplicità, agilità e sintesi. I manifesti futuristi hanno destato l’interesse di musicisti come Satie e Stravinskij. Filippo Tommaso Marinetti e i suoi futuristi hanno anticipato ricerche e sperimentazioni di Ravel e John Cage, fino alla musica enarmonica, alle svariate correnti del rock, ai polistrumentisti Eno e Herbert, all’elettronica di Aphex Twin, alla nuova vocalità e poesia sonora e all’arte acusmatica più innovativa.
Alan Bedin - con la produzione Duo elettroacustico A.C. - centra la propria ispirazione intorno a due punti principali: la voce, strumento primigenio, e lʼelaborazione elettronica di materiale sonoro concreto. Momento fondante della poetica musicale dell’artista è la ricerca di un paesaggio sonoro che abbia come fine prioritario la creazione di un flusso comunicativo capace di suscitare più emozioni che sterili elucubrazioni. Vocalità liberata ed elettronica applicata unite quindi nella creazione di situazioni sonore che trovano la loro radice sia nel repertorio colto del secondo novecento che nella musica “sovversiva” degli anni ʻ60 e ʻ70.