Bruno Munari (1907-1998) è sicuramente l’artista più sperimentale, curioso e poliedrico del ‘900 italiano. Nato con il futurismo, si è dedicato poi a tutte le declinazioni della creatività, comprese quelle legate al divenire tecnologico, con intuizioni spesso geniali. La scorsa domenica 20 ottobre alcuni suoi vetrini progettati per pilotare delle emissioni luminose attraverso dei filtri polarizzati hanno riempito la facciata interna di Palazzo Zenobio. Un’esperienza mai tentata in queste dimensioni da Munari che negli anni esplorava l’ombra o ricercava movimenti illusori con la stessa determinazione con la quale progettava le macchine inutili. Dopo la serata di Palazzo Zenobio le 'Illusioni luminose' vengono riproposte alla Fabbrica del vedere dal 1 novembre al 5 dicembre (inaugurazione 31 ottobre ore 18.00). Sempre con i processi sonori originali di Michele Del Prete, sempre grazie alle rielaborazioni digitali di Igor Imhoff. Sempre con la curatela di Miroslava Hajek, custode e divulgatrice delle linee di ricerca estetica di Munari. E con il supporto, ancora, di Musica Venezia di Roberta Reeder che ha promosso gli eventi di Palazzo Zenobio.