Al Museo di Palazzo Mocenigo, il 6 novembre 2015, alle ore 17.00 Nicola Bergamo tiene la conferenza “Profumo e cosmesi a Bisanzio nel XI secolo”. Presenta l'incontro Marco Vidal e interviene Giancarlo Ottolini.
L’opulenza e la posizione strategica della nuova città fondata da Costantino permise ai suoi abitanti di vivere nel lusso e nel benessere; ovviamente il profumo faceva parte integrante di questo stile di vita. Durante il regno di Anastasio I, vi fu una riscoperta dell’opera Dioscoride “De materia medica” scritta nel I secolo dopo Cristo ma ripubblicato con l’aggiunta di manoscritti e disegni di altissimo pregio a Costantinopoli attorno al 512 circa. Quest’opera fu donata dalla patrizia Anicia Giuliana figlia dell’Imperatore d’Occidente Anicio Olibrio e di Galla Placidia. Sempre a Bisanzio, qualche anno dopo, abbiamo l’opera di Cosma Indicopleuste mercante e avventuriero che scrisse “Topografia cristiana” che oltre a rovesciare l’idea della sfericità del mondo, ha permesso di scoprire usi e costumi delle terre indiana, etiope e srilanchesi.
Con l’avvento e la conquista araba della parte orientale dell’Impero bizantino, i commerci si bloccarono miseramente e fu di fatto impossibile importare le materie prime che permettevano la costituzione di fragranze e di profumi. La situazione rimase in stallo ancora per qualche secolo, almeno fino al X dove un riappacificarsi della situazione politica permise una ripartenza dei commercia tra Bizantini e Arabi. L’esempio più lampante di tale situazione è forse quello che ha descritto Michele Psello parlando della principessa Zoe. Scopriamo infatti che era una sorta di profumiera provetta e si dedicava a scoprire nuove fragranze.
Come si evince dalla testimonianza coeva a Bisanzio si producevano già i primi profumi e si parla dell’XI secolo. Oltre all’idea di cambiare e di provare diverse e nuove fragranze vi è un chiaro esempio di distillazione del prodotto.