Intervengono
Renato Corsini, curatore della mostra
Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci
Cesare De Michelis, presidente di Marsilio Editori
Il flâneur detective. Tra fotografia e racconto i ricordi degli anni più belli— una serie di racconti autobiografici pubblicata postuma nel 2015 da Marsilio Editori – in compagnia di Denis Curti, direttore artistico dei Tre Oci, Renato Corsini, curatore della mostra, e il prof. Cesare De Michelis, presidente di Marsilio Editori.
Giulio Obici (Venezia 1934 - Milano 2011) è stato per oltre quarant’anni editorialista e inviato speciale di Paese Sera, ha seguito le grandi inchieste sul terrorismo, da Piazza Fontana al delitto Moro, indagando parallelamente i grandi eventi giudiziari.
Il libro ripercorre, attraverso una narrazione autobiografica, la vita e l’esperienza dell’autore, attraverso il filo conduttore del duplice rapporto con la scrittura e la fotografia – ambiti che Obici ha tenuto sempre rigorosamente distinti – intesi come strumenti di analisi della realtà.
Il titolo accosta le varie anime di Obici, che si integrano e si completano, arricchendosi mutualmente: quella del giornalista attento e rigoroso; quella dello scrittore analitico, che ricostruisce le suggestioni della memoria con severa moralità; quella del fotografo, stupito dal meccanismo stesso della fotografia. Una fotografia che per Obici ha l’obiettivo primario di raccontare e indagare i fatti e che costituisce una sorta di “miracolo del gesto” – come
suggerisce l’autore –, avendo l’arduo compito di ritrarre, con un semplice scatto in una frazione di secondi, ciò che sta accadendo: un istante altrimenti perduto e che in quanto tale si eternizza.
Sullo sfondo della narrazione emerge – e a lei è dedicato uno dei diversi capitoli – l’altra grande protagonista della vita di Obici: Venezia, dove è nato e in parte vissuto, una città che ha amato per la sua laguna, la sua luce, le sue vedute, la sua storia, e che a un certo punto ha lasciato per Milano.
Ma anche altri elementi confluiscono nel libro: l'impegno militante di chi per un decennio ha inseguito le tracce di un terrorismo, nel quale i propositi eversivi si trasformavano in mostruose stampelle al sistema; l'orgoglio per la tradizione di una famiglia che aveva inventato il quotidiano dei veneziani (Il Gazzettino); e l'amore per i genitori, mai piegatisi alle violenze fasciste, avendo sempre educato Giulio alla responsabilità e alla rettitudine.
Da queste pagine emerge il profilo di un uomo che ha vissuto con fervida e accesa passione, con intenso amore per la conoscenza e lo studio, con lucida e attenta razionalità. Un uomo che – come mostrano il libro edito da Marsilio e la mostra fotografica esposta ai Tre Oci fino al 28 marzo (all’interno di Tre Oci Tre mostre) – ha lasciato un’acuta riflessione sull’Italia del secondo Novecento.