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MusicaAltrove

Io nacqui dannunziano...” D’Annunzio nella lirica da camera del Novecento

Nunzio Fazzini, tenore, Roberto Rupo, pianoforte Introduzione all’ascolto di Paolo Cattelan Musiche di F.P.Tosti, O.Respighi, I. Pizzetti, G.F.Malipiero, A.Casella, R.Pick-Mangiagalli

Torna venerdì 7 aprile alle 18.00 all’Ateneo Veneto di Venezia “MusicaAltrove”, ciclo di incontri musicali ideato dagli Amici della Musica di Venezia e realizzato in collaborazione con i Comuni di Padova e Venezia, la Regione del Veneto, il Teatro Stabile del Veneto, l’Ateneo Veneto e Ca' Sagredo Hotel di Venezia.

Il programma, il cui titolo “Io nacqui dannunziano...” suona a parafrasi del celebre verso del Vate, «Io nacqui ogni mattina…», sarà dedicato alle liriche nate sui musicalissimi versi dannunziani: il tenore Nunzio Fazzini e dal pianista Roberto Rupo ne saranno affiatati e raffinati interpreti. Un breve intervento del musicologo Paolo Cattelan offrirà in premessa alcuni spunti di contestualizzazione storica al suggestivo programma.

Gabriele d’Annunzio fu un punto di riferimento imprescindibile per tanti e diversissimi musicisti italiani del suo tempo. Il conterraneo Francesco Paolo Tosti (1846/1916), che d’Annunzio chiamava «biondo Apollo musagete», fu forse il più assiduo nel repertorio da camera mettendo insieme ben 34 romanze su testi dannunziani: dei due Notturni, O falce di luna calante e Van gli effluvi de le rose, si ascolterà però non solo la versione di Tosti, ma anche quella di Ottorino Respingi: un curioso interessante cimento tra due modi di pensare la musica e la poesia.

Per dar atto del lungo sodalizio d’Annunzio-Tosti il Duo Fazzini-Rupo presenterà ancora le Quattro Canzoni di Amaranta (1907), uno dei vertici indiscussi della produzione del musicista abruzzese, alfiere delle romanze italiane presso la corte d’Inghilterra. Ma l’eclettico genio dannunziano, sempre aperto alle tendenze culturali d’oltralpe, alle sperimentazioni estetiche e al gusto per l’antico non poteva non interessare profondamente anche la Generazione dell’Ottanta: accanto al già citato Respighi, il concerto offre l’occasione di un raro ascolto della musica dell’italo-boemo Riccardo Pick-Mangiagalli, già allievo di Richard Strauss, che concepisce una vocalità quasi tardo-verista per la romanza Ecco settembre…, tratta da “La Chimera”.

Figurano ancora in programma I pastori (1908) di Ildebrando Pizzetti, e l’ampia Sera fiesolana (1923) di Alfredo Casella.

La storia del rapporto di d’Annunzio con Gian Francesco Malipiero è invece del tutto eccentrica. Questi, nel 1908, tentò invano di avere l’autorizzazione a musicare I sonetti delle fate, quando all’improvviso l’ottenne senza mai incontrare il poeta. Nei Sonetti dedicati alle due fate Melusina e Grasinda, emerge l’estrema libertà formale dello stile di Malipiero particolarmente efficace nel descrivere le figure dannunziane rispetto all’asciuttezza stilistica a lui consueta in questo genere di brani vocali da camera. La terrea tessitura vocale su cui Malipiero incentra le sinuose linee del canto e della declamazione ha suggerito di sperimentare il timbro tenorile per queste singolari creazioni liriche piuttosto che l’originale e difficoltosa destinazione sopranile.

Alle preziosità vocali sopra descritte si aggiungono due brevi e rare pagine pianistiche: il rarefatto e raffinato Notturno per pianoforte di Respighi e À la Manière de… J. Brahms Op. 17 di Casella.

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Ateneo Veneto
San Marco 1897 - 30124 Venezia
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