Secondo Giorgio Barberi Squarotti: “Il romanzo sugli anni di piombo del terrorismo in Italia che aspettavamo di leggere”. Un diario dal ’68 al ’93, un “ordigno” che è figlio degli ordigni reali esplosi negli anni della strategia della tensione e della carica di violenza di cui furono il prodotto inevitabile. Scritto da un protagonista atipico, ma non meno rappresentativo, di quella stagione che ha lasciato cicatrici materiali e morali non ancora sanate, racconta aspetti inediti e mai indagati di alcune delle vicende più clamorose: da Piazza Fontana al rapido 904, alla Torre dei Pulci a Firenze, a Piazza del Popolo a Roma.