Conferenza: 'Materie prime nella Repubblica di Venezia: legislazione, commercio e utilizzo delle pietre da costruzione nella Repubblica di Venezia (secoli XV-XVIII)”
Relatore: Michela Dal Borgo, archivista presso Archivio di Stato di Venezia
Organizzato da: Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia
Sala dello Stendardo
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Le pietre d’Istria ebbero, sin dal XIV secolo, una funzione primaria nella trasformazione di Venezia da “città in legno” a “città in pietra”, sebbene non debbano essere dimenticati altri materiali lapidei, di diverse qualità (marmi) e provenienze, anch’essi largamente impiegati. Le cave di marmi e pietre da taglio, certo meno economicamente rilevanti rispetto alle miniere metallifere, furono sottoposte al controllo del Consiglio di Dieci e dal 1666 a quello della nuova magistratura dei Deputati alle Miniere. Negli anni settanta del XVII secolo furono anch’esse sottoposte al dovuto pagamento della “decima minerale”, fermo restando il possesso reale dello Stato e il loro sfruttamento concesso solo con apposita “investitura” ad personam .
Pietre e marmi giungevano a Venezia grezzi o semilavorati, poi posti in opera dalla corporazione dei taiapiera (tagliapietra, scalpellini), istituita già nel settembre 1307 e da cui si separarono gli scultori veri e propri (1723).