Mostra a cura di
Sara Marini
fotografie di
Andrea Pertoldeo
ricerche di
Sara Marini, Elisa Monaci,
Sissi Cesira Roselli
nell’ambito del ciclo
Salotto Longhena
A volte cose, edifici, luoghi perduti tornano, sono riscoperti. Molte architetture attendono oggi una nuova occupazione, alcune di queste sono eredità, monumenti dai muri secolari. Il sempre più evidente abbandono che caratterizza il patrimonio ecclesiastico in Italia e in Europa testimonia quanto l’uso “disegni”, anche in sua assenza, le città.
Trenta chiese presenti nel centro storico di Venezia, non più utilizzate per il culto, la cui porta è prevalentemente chiusa sono qui guardate come ritrovamenti. L’arcipelago disegnato da questi edifici, sconsacrati e non, su cui un tempo è stata costruita la città, racconta oggi diverse assenze tra le quali la più evidente e determinante è quella di cittadini. Questi vuoti sono letti in base a tre parole chiave: “eredità”, “uso”, “racconto” e come occasioni per riflettere sull’architettura, su Venezia e sulle sue forme di trasformazione.
L’accezione “arcipelago” sottolinea un’intenzione di progetto, un voler vedere in modo sistemico elementi difformi. Il numero dei manufatti coinvolti in questa indagine sull’uso, la loro collocazione nel tessuto urbano, la loro natura architettonica sono condizioni che permettono di ipotizzare una rifondazione della città a partire di nuovo da questi luoghi ritrovati.