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Carta e acciaio

Carta e acciaio rilegatura a spirale e editoria modernista progetto di Mario Lupano mostra a cura di Fiorella Bulegato e Maria D’Uonno

Negli anni venti del Novecento le avanguardie europee sperimentano variazioni sugli aspetti e la materialità del libro interpretando i valori del macchinismo, del funzionalismo e della comunicazione visiva allargata, potenziati dall’uso della fotografia.

Uno degli elementi progettuali su cui si agisce è lo snodo della legatura delle pagine: la “causa” modernista assume la legatura metallica a spirale, ripresa da un utilizzo pragmatico di impronta americana, in svariate tipologie di artefatti a stampa e di taccuini per appunti. Soluzione totalmente industriale, più economica di quelle usate tradizionalmente per la legatura, è ottenuta tramite l’avvolgimento di un filo continuo dentro appositi fori, meccanicamente fustellati a ridosso del margine interno delle pagine. Nata in metallo e diffusa specialmente dalla fine anni venti anche in Europa, viene elaborata rapidamente in varianti sia a più fili e spessori sia in plastica, coperte da brevetti assieme ai macchinari per eseguirle.

Scelgono allora la legatura a spirale i neonati progettisti grafici non solo per pubblicazioni commerciali ma anche per connotare riviste e volumi espressioni della cultura modernista dove l’immagine fotografica è protagonista. L’idea è quella di far percepire simbolicamente e concretamente l’attualità delle pubblicazioni, nonché di distinguerle da quelle dei concorrenti, dimostrando l’adesione ideale ed estetica al macchinismo e al funzionalismo tramite un pezzo industriale – geometrico, nudo, preciso, mobile –, riconoscibile specialmente dal dorso quando l’artefatto è riposto. Non è quindi un caso che il sistema venga sposato, anche teoricamente, da Andre Bloc in Francia o da Pietro Maria Bardi in Italia costituendo la cifra distintiva di più testate dedicate agli ambiti del progetto, come quelle qui esposte, le francesi “L’Architecture d’Aujourd’hui' (1932-36) e i supplementi di “Arts et Metiers Graphiques” su pubblicità e fotografia (1930-47), le statunitensi “The Architectural Forum' (1934-41) e “U.S. Camera” (1935-40) o l’italiana, olivettiana, “Tecnica ed organizzazione” (dal 1937).

Cessato l’entusiasmo modernista, l’utilizzo della legatura a spirale non si esaurisce nel corso del secolo con l’interiorizzazione della cultura industriale e nemmeno con la sua contestazione. I vantaggi pratici – come la complanarità delle pagine, l’indipendenza dei fogli, la flessibilità dello stampato o la possibilità, se steso, di condividere con altri più facilmente i contenuti – hanno ormai veicolato sia un modo differente di concepire e fruire le pubblicazioni sia nuove opportunità per la composizione visiva. Se dal punto di vista comportamentale la soluzione incoraggia inedite esperienze di lettura, non più attività solitaria in cui le mani sono entrambe impegnate a tenere aperte le pagine ma di gruppo, da quello espressivo, immagini e testi che scavalcano il limite “secolare” dell’assialità della doppia pagina assieme ai cinematismi permessi dalle sue variazioni, hanno definitivamente aperto ad altre ricerche su rinnovate forme anche per il libro.

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from Feb 5, 20 to Apr 20, 20
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Tolentini - Università IUAV di Venezia
Santa Croce 191 - 30135 Venezia
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