Il MEIC (Movimento ecclesiale di impegno culturale) ha alle spalle una lunga e qualificata storia, cominciata nel 1932-33 con il nome di Movimento laureati di Azione Cattolica e continuata/rinnovata con l'attuale denominazione dal 1980.
Scorrere la storia di questi 70 anni del Movimento (anche soltanto attraverso l'elenco dei suoi Presidenti nazionali) è scorrere una parte importante della storia spirituale, culturale e civile del nostro Paese.
Il 2003 è stato per il Meic l'occasione di un'altra svolta: l'adozione di uno Statuto e il festeggiamento dei settant'anni, in un'Assemblea straordinaria dedicata al rapporto tra professioni e impegno civile. Del resto, il Meic è, per usare le parole di Giovanni Paolo II nel messaggio all'Assemblea del giugno 2002, 'l'avanguardia missionaria per il mondo della cultura e delle professioni all'interno della grande famiglia dell'Azione Cattolica Italiana'.
Quali sono oggi gli ambiti di impegno e le preoccupazioni prevalenti nel Movimento per formare credenti che operino da cristiani o come cittadini specie nel mondo della cultura, e collaborino alla missione evangelizzatrice della Chiesa?
Ne individuo tre assolutamente prioritari:
La qualità della vita democratica: preferiamo non parlare di crisi della democrazia, ma di difficoltà a percepirne e gustarne la qualità, a recepirne il significato che va al di là di quello di semplice tecnica e insieme di regole, ma rimanda a un valore e a una virtus che potremmo sintetizzare nel concetto di socialità integrale, quale sintesi di diritti classici e sociali, di meccanismi di rappresentanza di interessi e idealità, di istituzioni 'prossime' e 'leggere'.
Il processo di ulteriore integrazione europea, dove emerge l'importanza di saper fare i conti con la propria storia senza amputarne parti delicatissime: ecco perché il Meic ha insistito e insisterà, negli anni a venire, sul nesso tra costruzione/allargamento dell'Europa e cammino ecumenico, inteso come uno dei nomi odierni dell'evangelizzazione e una delle risorse indispensabili per avviare, non solo sul nostro Continente, percorsi di pace.
Il senso attuale della professione, e delle professioni cosiddette intellettuali in particolare (ma esistono, oggi, professioni non 'intellettuali'?): nella logica della monocultura del mercato e dell'efficientismo a tutti i costi, la professione è apprezzata per le utilità individuali che può offrire e, solo indirettamente, come contributo al vivere sociale. In una logica differente, capace di lasciare spazio alla gratuità, al dono, alla solidarietà, la professione diviene anzitutto un fatto di rilievo comunitario, una diaconia, e soltanto indirettamente, quasi per rimbalzo, la realizzazione del sé individuale (in quest'ottica peraltro prevale,un sé personale, dove il profilo individuale e quello comunitario si fondono e si sorreggono a vicenda).
C'è un filo unificante che lega insieme questi interessi e queste preoccupazioni: è il legame tra fede, cultura e mondo che cambia. Nessuno dei tre termini (fede-cultura-mondo) può essere inteso come a sé stante, compreso a prescindere dagli altri. C'è un contenuto essenziale della fede che sfugge al cambiamento, ma la sua comprensione nella coscienza credente, la sua inculturazione in essa (che sola può assicurarne la consistenza veritativa, l'unificazione di verità e senso), passa attraverso la cultura. Il credente crede non a partire dal nulla, da una tavola vuota, ma da una cultura, in cui nasce e interagisce. Sta qui il fondamento logico e teologico del dialogo interculturale e, al limite, ecumenico e interreligioso: la mia identità si costruisce insieme all'identità dell'altro. Nell'odierno villaggio globale, ciò comporta un dialogo a tutto campo, sulle preoccupazioni e le speranze della contemporaneità. Il Movimento, federazione di gruppi, si è dotato, di strumenti e occasioni per affrontare queste problematiche e offrire sentieri di risposta e di speranza per aiutarci reciprocamente a vivere l'integrazione tra fede, cultura e mondo che cambia. Chi entra in contatto con la rivista del Meic “Coscienza “ potrà seguire con attenzione questo percorso, coinvolgersi in esso, dialogare con noi.
Attraverso questo impegno culturale e formativo il Meic vuole contribuire alla educazione di cristiani laici maturi che vivano responsabilità e servizio nella città dell’uomo e che sviluppino le loro risorse umane per il bene comune del Paese.
Il Meic ha diverse sedi in città italiane, in primis a Venezia.