Il 7 giugno 2014 ha aperto ai Giardini della Biennale e all’Arsenale Fundamentals, la 14. Mostra Internazionale di Architettura diretta da Rem Koolhaas e presieduta da Paolo Baratta. Come enuncia il titolo scelto dal curatore, l’esposizione, pensata come un ritorno ai fondamenti dell’architettura, ripercorre la storia della modernità degli ultimi 100 anni, una sorta di narrazione sull’evoluzione di questa disciplina all’indomani dei processi tecnologici che ne hanno ridefinito approcci, prospettive e criteri di valutazione.
Molte le novità che caratterizzano questa 14. edizione per la quale Koolhaas ha individuato un progetto suddiviso in tre sezioni che coinvolge anche gli altri ambiti in cui opera la Biennale, ovvero Danza, Musica, Teatro e Cinema. A partire dai Padiglioni Nazionali, che ammontano a 65 di cui 11 presenti per la prima volta, i curatori e commissari sono stati invitati a riflettere ed incentrare i loro progetti sul tema Absorbing Modernity 1914 – 2014, al fine di illustrare ciascuno a proprio modo “il processo di annullamento delle caratteristiche nazionali a favore di un linguaggio architettonico universale e di un singolo repertorio di tipologie”. In questo processo si riflettono, in un’ottica ormai globale, cambiamenti, incontri tra culture, evoluzioni scientifiche che tendono a conservare molti aspetti dai quali è difficile prescindere un carattere nazionale.
Al Padiglione Centrale, nella sezione Elements of Architecture, si propone una rilettura dell’architettura a partire dai suoi elementi costitutivi (elementi di partizione interna verticale e orizzontale, tipologie di elementi d’ingresso e di apertura verso l’esterno, ecc.) che sono parte di un repertorio universalmente adottato nella pratica architettonica, seppur mutevole nella sua analisi ed interpretazione e soggetto a cambiamenti tecnologici, orientamenti di gusto e tendenze.
All’Arsenale, nella sezione Monditalia, che pone l’attenzione su un unico tema – l’Italia – si osserva la partecipazione degli altri settori della Biennale chiamati a raccontare come le varie discipline si siano rapportate e si rapportino allo spazio definito dall’architettura. Mediante performances, spettacoli teatrali, proiezioni, dibattiti, si approfondiranno alcuni aspetti del nostro paese dal punto di vista storico, politico, religioso, che a loro volta esercitano una grande influenza nell’ambito della progettazione architettonica.
Sempre all’Arsenale, il Padiglione Italia, intitolato Innesti/Grafting e curato quest’anno da Cino Zucchi, segue la direzione suggerita da Rem Koolhaas ai Padiglioni Nazionali. La manifestazione si rinnova oltre che nei contenuti anche nella durata, anticipando l’inaugurazione, come per la Biennale d’Arte, al mese di giugno, rimanendo così aperta per sei mesi. Accompagnano l’evento, come d’abitudine, il progetto Biennale Sessions rivolto ad università, centri studi, accademie; i Meetings on Architecture che con Weekend Specials contribuiscono al ricco programma di incontri parte di Monditalia; il progetto Educationals che riguarda iniziative, laboratori e percorsi guidati. Parallelamente alle mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, sono previsti inoltre Eventi Collaterali diffusi in tutta la città, proposti da diversi Enti ed Istituzioni.