Sull’Isola di San Giorgio Maggiore saranno esposte le opere più recenti di Louise Manzon.
Rust non solo come la ruggine, la corrosione che intacca la materia da parte di agenti atmosferici ma, anche, come la tendenza di un manufatto metallico a tornare al suo stato originale nel quale si trova in natura: una rinascita, un’opportunità.
L’installazione site specific, progettata da Louise Manzon per questa occasione, sviluppa alcuni dei temi creativi più cari all’artista: le figure femminili e il loro ruolo di vigili e materne custodi dei segreti della vita, le creature marine e l’importanza salvifica delle condizioni delle acque in cui vivono.
La figura femminile è quella di Tethis, nell’evidenza narcisistica di un corpo restituito con estrema risonanza (…). Una sorta di ventaglio orna il capo della mitologica divinità.Una struttura barocca regge l’impianto scultoreo, una conformazione avvolgente ne articola i volumi nel corpo e nelle vesti. La linea curva crea il sospetto di un movimento verso l’alto, lo slancio verso aeree posizioni e miracolose impennate che sottraggono Tethis alla legge di gravità“. Achille Bonito Oliva nella sua presentazione
Il branco di pesci, a sua volta e con le sue forme primigenie, rappresenta la vita acquatica, la forza della genesi minacciata dall’inquinamento e dall’incuria, fattori che anche fuori dall’acqua insidiano la vitalità che l’artista fa risaltare nelle proprie opere, dai colori vivaci e dalle forme guizzanti. Modellate in una terracotta a volte trasfigurata in una materia quasi ferrea, le sculture di Louise Manzon rievocano natanti primigeni, le prime forme di vita acquatica che emergono dalle profondità degli abissi, in una eleganza delle fogge senza tempo, che restituiscono la gioia di un mondo che ha vissuto e vive con noi, con i nostri miti e le nostre storie. Figure antiche ma attualissime che ci ricordano l’importanza della protezione dell’ambiente e della centralità del rapporto tra umanità, natura e cultura.